Ieri l’altro notte ci ha lasciati Francesco Orlando, uno dei più fini studiosi e intellettuali italiani. Non sta certo a me ricordare qui i suoi meriti di studioso, il suo rigore intellettuale, l’importanza e l’originalità del suo pensiero di critico e teorico della letteratura, di musicologo, nonché le sue rare doti di insegnante: i tanti lettori appassionati dei suoi libri e le migliaia di studenti che per cinquant’anni hanno affollato le sue memorabili lezioni universitarie (ne ricordo personalmente alcune straordinarie che frequentai con gli amici Simone Lenzi e Simone Marchesi nei primi anni Novanta) possono testimoniarle meglio di qualsiasi discorso commemorativo. Solo un caro, commosso e affettuoso saluto, dunque, unito alla profonda riconoscenza e all’immensa stima per la persona straordinaria che è stato.