Per guarire l’emicrania ci vuole Sant’Aspreno, primo vescovo di Napoli

Creato il 11 novembre 2014 da Vesuviolive

Il patrono principale di Napoli, San Gennaro, con il suo periodico miracolo ha offuscato nei secoli la memoria dei quasi 50 protettori della città partenopea. I napoletani hanno dimenticato o addirittura non conoscono il primo vescovo della comunità cristiana partenopea, Sant’Aspreno, mentre San Gennaro fu vescovo di Benevento e morto martire a Pozzuoli.

Di S. Aspreno sappiamo che visse tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., poiché antichi documenti compreso il famoso Calendario Marmoreo di Napoli, ne attestano la sua esistenza al tempo degli imperatori Traiano ed Adriano e fissano in ventitré anni la durata del suo episcopato. Della sua vita non rimane che un’antichissima leggenda, in cui si narra che S. Pietro, fondata la Chiesa d’Antiochia, dirigendosi verso Roma con alcuni discepoli, passò per Napoli, qui incontrò una vecchietta ammalata (identificata poi con S. Candida la Vecchia) che promise di aderire alla nuova fede se fosse stata guarita. Pietro la guarì dalla malattia e la donna gli raccomandò un suo amico di nome Aspreno da tempo ammalato e che se guarito anche lui certamente si sarebbe convertito. Così Pietro salvò anche lui dalla malattia e dopo averlo catechizzato, lo battezzò.

San Pietro con Santa Candida e Sant’Aspreno (olio su tela, 1895)

Pietro riprese il viaggio per Roma e consacrò lo stesso Aspreno come vescovo che fece costruire l’oratorio di S. Maria del Principio su cui sorgerà la basilica di S. Restituta e fondò la chiesa di S. Pietro ad Aram ove ancora oggi è conservato l’altare su cui l’Apostolo celebrò il Sacrificio. Il suo busto d’argento è custodito nella cappella del tesoro di S. Gennaro nel Duomo, dove vi sarebbe conservato anche il bastone con cui S. Pietro lo guarì.

Chiesa di Sant’Aspreno al Porto (resti paleocristiani)

A Napoli  furono erette due chiese in suo onore e una cappella nell’antica basilica di S. Restituta. La prima è la chiesa di Sant’Aspreno al Porto (VIII d.C.), nota anche come chiesa di Sant’Aspreno ai Tintori, situata nei pressi del porto, in via Sant’Aspreno, inglobata nel fianco del Palazzo della Borsa. L’altra è la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi (1633) e si erge nell’omonima piazzetta nel cosiddetto “Borgo dei Vergini”.

Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi

Sant’Aspreno, la cui festa liturgica viene ricordata il 3 agosto, veniva e viene ancor oggi invocato per guarire l’emicrania. Come confermano gli ex-voto donati al Santo (nella foto sopra), in cui si tratta prevalentemente di teste. Molti attribuiscono questa sua dote miracolosa al fatto che fu decapitato a causa della sua conversione, mentre altri la associano al suo modo di fare penitenza e cioè mettendo una pietra sul capo.

Alcuni affermano che nel 1899 la Bayer si ispirò al Santo per dare un nome al nuovo farmaco, l’Aspirina, in quanto fu proprio un napoletano, Raffaele Piria, a isolare l’acido salicilico. Si dice che anche Enrico Caruso ne fu un consumatore incallito e che era devoto a Sant’Aspreno, poiché soffriva di frequenti emicranie.


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