Per il Financial Times l'Italia nell'euro solo con il Nord

Creato il 15 giugno 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

Dopo la provocazione tedesca di ieri, quest'oggi anche l'autorevole giornale economico Fiancial Times (lo stesso che da settimane spinge per favorire il monopolio di Murdoch nel sistema televisivo italiano) rilancia.

Nell'Europa della crisi molto meglio restringere la cartina degli aderenti all'euro e lasciare che il Sud Italia abbia una moneta diversa. Una teoria vecchia, cara a Borghezioelss ed ai gerarchi padani.

In particolare , secondo quanto riportato dal quotidiano Blitz, il Financial Times ripropone un'area euro pari a quella relatiava all'antico impero di Carlo Magno.

Che agli inglesi i terroni stessero sulle scatole, era notizia vecchia di 150 anni, quando, per assicurarsi il dominio marittimo nel mediterraneo, sua maestà d'oltremanica preferì appoggiare l'invasione sabauda del regno dei Borbone.

Che alcuni sudditi di sua maestà preservassero tale idea, invero, ci sfuggiva.

 Non è che il Financial Times si sia convertito al secessionismo lumbard. Il fatto è che l’analisi di Tony Barber, allarmatissima, dà conto delle pulsioni centrifughe, dei risentimenti europei reciproci tra nord e sud, est e ovest: la gravissima crisi minaccia, per la prima volta, i principi di unità e tenuta del processo di integrazione iniziato alla fine della seconda guerra mondiale. La sfiducia nella sostenibilità dei sistemi politici fondati su generosi welfare state incentiva molti autorevoli membri a riconsiderare l’unione allargata a 27 paesi (28 con la Croazia) spingendo i più intransigenti a riproporre vecchie cartine di un’Europa formato ridotto come quella carolingia. Meno ambizioso dell’impero romano, esteso da Roma a Costantinopoli, quello di Carlomagno comprendeva Francia, Germania, Austria, Benelux e il Nord Italia. [...] E la voglia di Europa formato ridotto si fa strada in molti circoli intellettuali, al punto da far ritenere il “secessionismo” padano una forma tra le tante di una narrazione politica mainstream, non il baluardo anacronistico alla omogeneità imposta dai burocrati di Bruxelles. (quotidiano Blitz)

In ogni caso con l'incremento de[..+ll'export di sud e isole del 26% nell'ultimo trimestre, forse l'idea di una moneta svalutata nel Mezzogiorno non sarebbe proprio cattiva, rispondendo alla provocazione. I territori meridionali, dotati di  manodopera molto qualificata, potrebbero essere maggiormente competitivi nel mercato globale, potendo fornire supporto e produzione alle aziende europee (e non solo) che vorrebbero delocalizzare (drenando così anche il flusso di emigrazione) dai territori con l'euro forte. Inoltre le aziende meridionali offirebbero prodotti di maggiore qualità ad un costo notevolmente più basso. Provocazione per provocazione.


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