Di certo non ci difenderà lo strumentale anti europeismo a fase alterna di un Cavaliere tornato in sella: come tutte le cose del berlusconismo è un sentimento di pancia, senza alcuna costruzione di pensiero, il semplice riflesso del fastidio di una classe dirigente opaca verso qualcosa che ne ostacola metodi e prassi. E’ solo pelle d’oca dietro la quale non c’è nulla e dunque non è assolutamente in grado di affrontare l’inevitabile ripensamento dell’Unione. In più il Berlusconi inviso a tutti, privo di qualsiasi credibilità ci renderebbe ancora più deboli di quanto già non ci renda un sistema politico al tramonto, privo di idee, di leader, di intelligenze a cui riesce soltanto la mediazione tra le diverse subalternità. Finiremmo depredati, ancor peggio di Atene, perché abbiamo assai più della Grecia.
Quindi finiamola con la commedia dell’inciucio necessario, della responsabilità, della necessità che da due anni fa da pretesto al mantenimento dello statu quo ante, degli apparati di casta e degli interessi ad essi collegati: la palude. la marcita improduttiva sono decisamente “per il male del Paese”. Il cedimento alle minacce inconsistenti dei fedelissimi di Silvio e ai latrati di grassatori che si vedono sfuggire l’osso, alla luce di questi inconsistenti pretesti, sarebbe davvero intollerabile, l’ultima cosa che fa questo ceto politico.