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Per l'emilia - agricoltura in ginocchio -capannoni distrutti-mezzi fermi!

Creato il 24 maggio 2012 da Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Se hai la terra nel sangue, i campi da coltivare sono tutta la tua vita, sono il sudore in ogni zolla fertile. E le vacche nella stalla, i maiali nella porcilaia, sono figli da accudire e non abbandonare, mai, neanche se c’è il terremoto.
Intanto è corsa contro il tempo per rispettare i tempi della raccolta, gli imprenditori sollecitano le verifiche di agibilità che tardano ad arrivare: «Capiamo che siano importanti i centri storici, ma qui siamo messi malissimo e non è ancora venuto qualcuno nonostante le nostre chiamate», è quello che dicono in molti.
Si cerca di mettere in salvo i macchinari agricoli per continuare a lavorare.
«Io dormo in una tenda in giardino ancorata ai trattori nuovi, così sono sicuro che non me li rubano» dice Andrea Belluti, uno degli agricoltori più importanti della zona di Finale con 450 ettari di terra coltivata a ortofrutta, pomodori, cereali e cipolla. «Ho 14 fienli in tutto il territorio, di cui 7 sono completamente crollati e altri 7 compromessi: è un danno enorme, avrò circa 4 milioni di danni tra capannoni e le abitazioni».
Quello che non è crollato sabato notte è venuto giù domenica con le altre scosse minori. «Quando domenica ho visto crollare anche i capannoni appena ristrutturati mi è passata la voglia di andare avanti, mi è crollato il mondo addosso» dice sconsolato.
Tra una ventina di giorni inizia la raccolta del grano, ancora prima quella di meloni e cocomeri. Il problema non è solo reperire i macchinari per la raccolta ma anche dove stoccare il prodotto.
«Molti magazzini sono inabigili — spiega Belluti — non sappiamo dove portare il mais». Uno dei magazzini di stoccaggio più vicini, a Bondeno, è completamente distrutto.
Sulla situazione drammatica che stanno vivendo agricoltori e allevatori è intevenuta anche Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena:
«La situazione è critica, abbiamo molti associati in quei territori e sono avviliti. Bisogna subito togliere l’Imu sui fabbricati rurali strumentali, ma servono anche politiche nazionali per la ripresa: non servono solo soldi, si deve snellire la burocrazia per permettere agli imprenditori di ricominciare a lavorare».
Nei due stabilimenti di stagionatura del formaggio Albalat e la Cappelletta del Duca, «sono andate perdute 130 mila forme per un valore di 40 milioni di euro».
( Da Il resto del carlino )

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