LA MANO CHE IMPUGNA IL FERRO
Gli occhi acuti
di un’aquila
che parlano in silenzio
e al silenzio del mondo,
amare la vita e il sogno
quando si da la vita
e si sogna.
La mano che impugna il ferro
e ci colpisce
infrange un vetro sottile
che si colora di sangue
ma entra in un tunnel
refrattario alla luce.
Francesca Rita Rombolà
Siamo ancora qui, ferite e piegate ma non spezzate; capaci ancora di risollevarci e di camminare erette come l’uomo sapiens sapiens. Capaci ancora di un sorriso e di un improvviso atto di amore. In grado ancora di sognare, di dare speranza e di sperare; bisognose di una carezza fuggevole, di un minimo gesto di affetto o almeno di attenzione. Malgrado tutto e nonostante tutto ancora qui: donne tra resistenza e resa, appese in aria sull’orlo del precipizio, consapevoli della spada di Damocle che pende sopra la nostra testa e che può, crudelmente e impietosamente, abbassarsi ogni giorno, in ogni ora e in ogni attimo della nostra esistenza e annientarci per sempre. Ma siamo pur tuttavia ancora qui. Fragili, sole, incomprese eppure coraggiose; nascoste eppure tenaci al pari della violetta di bosco che fa già capolino tra i cespugli nel rigido inverno.
A tutte le donne che hanno subito e subiscono violenza fisica e psicologica.
Francesca Rita Rombolà