BICEFALO - Vuoto o con il cervello? E... il cuore?
Lo sviluppo impetuoso del movimento per la pace, caratterizzato da contenuti e forme di partecipazione in parte diversi da quelli propri dei partiti, ci consente di riproporre il tema delle novità che si vanno manifestando nel rapporto tra le masse e la politica, sul quale avemmo occasione di riflettere dopo la campagna referendaria sull’aborto. Già allora rilevammo la necessità, soprattutto per un partito come il nostro, di liberarsi definitivamente e rapidamente da una visione riduttiva della politica e della lotta politica, che tende a misurarne i risultati solo in termini di voti per i partiti, di numero di seggi nelle assemblee elettive, di peso espresso in numero di posti e posizioni di potere, di formazione di schieramenti politici, parlamentari e di governo. Tutte queste cose sono importanti e, spesso, decisive; ma esse non devono indurre i partiti – e comunque un partito qual è il nostro – a ignorare o anche solo a trascurare il carattere e il valore schiettamente politici di quei fatti ai quali danno luogo movimenti e organismi che, sulla base di bisogni ed esigenze della più varia natura, si manifestano e si affermano nella società e anche fuori dei partiti e che sono indice e conseguenza, a suo tempo, di questioni nuove da risolvere, di aspirazioni, idee, costumi e comportamenti nuovi del nostro popolo. Questi modi nuovi di pensare e di comportarsi – insieme a questioni decisive per il mondo di oggi e che grandi masse avvertono ormai in tutta la loro gravità, come quella del pericolo di una catastrofe atomica – toccano altre questioni umane e sociali importantissime come la famiglia, la vita di coppia, la sessualità, la maternità, la paternità, i rapporti tra genitori e figli, la tutela della salute, la serenità della vita quotidiana, lo svago e il tempo libero; e queste sono questioni alle quali sono sottese e connesse altre questioni non meno importanti come quelle del tenore di vita e della qualità della vita, dello stato dei servizi sociali e delle attrezzature civili, della possibilità o meno di avere una casa, di far studiare i figli, di assicurare loro un lavoro e un avvenire, di assistere gli anziani, e così via, che sono questioni la cui soluzione dipende da quali scelte si sanno fare per cambiare gli indirizzi della vita economica e produttiva. Ora, tutti quei mutamenti e novità nei modi di comportarsi e di pensare che sono emersi in questi ultimi anni nella vita e nella coscienza anzitutto delle donne e dei giovani, ma anche in altri strati e aree della società – e che si sono rivelati nel referendum sull’aborto e, ora, nei movimenti per la pace, ma che si rivelano anche in mille altri modi – sono ormai divenuti parte sostanziale della politica, e in ogni caso della politica così come noi la intendiamo e va fatta oggi a differenza di ieri, e a differenza di come la concepiscono e la fanno tuttora gli altri partiti. Negli ultimi cento anni, del resto, più volte sono cambiati i caratteri della politica. Fin verso la fine del secolo scorso la politica è stata qualcosa che si situava all’infuori e si fondava sull’esclusione delle grandi masse proletarie e popolari delle città e delle campagne. Quando queste masse hanno cominciato a imporre la loro presenza – ciò avvenne via via con la nascita e l’affermazione del movimento socialista – si ebbe un primo mutamento della vita e della lotta politica, la quale dovette cominciare a fare i conti con i bisogni, le rivendicazioni, le aspirazioni, la realtà viva di queste masse. Le conseguenze si conoscono: ci fu una espansione della vita democratica, cambiarono i partiti e i rapporti tra di essi, sorsero i sindacati di classe nelle città e nelle campagne, cambiò la composizione delle assemblee rappresentative, si ebbero mutamenti nella politica economica. Si entrò, insomma, in una fase nuova che dette una sostanza nuova all’elaborazione e all’azione politica. Dopo il buio periodo d’oppressione e compressione del fascismo un altro sviluppo qualitativo e un altro allargamento del mondo della politica si realizzò quando, con la Resistenza antifascista e con la sua conclusione vittoriosa, e con i grandi movimenti del dopoguerra, ebbe luogo un ben più ampio e impetuoso ingresso delle masse lavoratrici e popolari nella battaglia politica e nella vita della società e dello Stato. Così cambiarono ancora i partiti, soprattutto con la nascita dei partiti di massa. Cambiò, poi, la forma istituzionale dello Stato, da monarchia l’Italia divenne repubblica, e dallo Statuto albertino si passò alla Costituzione democratica. Cambiarono, di nuovo, in molti aspetti, i contenuti e le forme della lotta politica e sociale. Sorsero e si svilupparono le più varie associazioni e organizzazioni democratiche di massa. Divenne più ricca la dialettica democratica e più estesa, più capillare la vita della democrazia. Per questo negli anni del centrismo e della guerra fredda il popolo italiano fu in grado di respingere gli attacchi diretti a coartare e a tentare di affossare la libertà e le istituzioni democratiche, ciò che non fu possibile, e comunque non fu fatto, nel biennio cruciale 1921-1922.
INDOVINA L’ INDOVINELLO:
IN CHE ANNO E CHI
HA SCRITTO QUESTO PEZZO?
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FESTA DI SAN NICOLA
Ha! Finalmente musica e canzoni
che bellezza e quale gioia
nei volti logorati dagli anni
e in quelli devastati dai malanni.
La Casa di Riposo
non più monotona attesa
ma vera da ballo sala
esprimeva spontanea voglia di vita.
E chi con difficoltà camminava
oggi addirittura ballava,
chi male respirava cantava,
chi era dimenticato, dimentico esisteva.
-Renzo Mazzetti-
(Coppa Pacis 2001 per le attività artistiche e culturali realizzate e titolo onorifico di Cavaliere della Pace dell’Accademia Internazionale Il Marzocco Firenze)
OCCHIO E TEMPO AIUTANO LA VERITA’;
FRETTA E DUBBIEZZA AIUTANO IL FALSO.
-S E N E C A-
VIVRAI DOMANI ?
VIVERE OGGI E’ GIA’ TARDI:
IL VERO SAGGIO E’ VISSUTO IERI.
-M A R Z I A L E-
IL FUTURO
IL FUTURO SI NUTRE DEL PASSATO
E DIVIENE PRESENTE. -Renzomazzetti-