Per le strade di Lubiana, il suono dei Fekete Seretlek

Creato il 27 agosto 2012 da Scrittoreprogressivo
Uno degli elementi che colpisce maggiormente, quando si visita una capitale dell'Europa dell'Est, è la vita musicale di strada. Ogni via suona. Da Praga a Bucarest, da Budapest a Sofia, da Zagabria a Belgrado, da Bratislava a Kiev.
Così è anche nella slovena Lubiana. Due sabati fa, girando a zonzo per le strade di questo gioiello urbano, in prossimità del Ponte dei Calzolai, nella storica Stari trg, mi sono imbattuto in un quintetto di inestimabile valore (non solo) musicale. Un violinista funambolo dal riccio fluente, una violoncellista dai tratti gentili e dall'archetto sicuro, un instancabile percussionista, un fisarmonicista dalle svisate ethno-jazz e un contrabbassista scalzo abile tanto nei groove funkeggianti quanto in ipnotici bordoni balcanici. Suonatori di strada usciti - liberi come uccelli -dalla gabbia del Conservatorio e provenienti da vari paesi slavi (Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Russia), dotati di una pregevole tecnica strumentale e vocale, oltre che di potenzialità drammaturgiche (gustosi alcuni siparietti improvvisati con i passanti).
Si chiamano Fekete Seretlek e meriterebbero un'attenzione discografica molto più precisa di una semplice recensione. Loro, pur di girare,  hanno fatto di tutto, compreso un CD eponimo, un ottimo biglietto da visita, denso di note hit popolari (le russe Baju Biju e Solnuška, le bulgare Dragana e Ripni Kalinke, l'ucraina Oj Marička, il klezmer Zid, la bosniaca Put Putuje) con una revisione degli arrangiamenti curata dal fisarmonicista del gruppo, Matija Solce (potete ascoltare qualcosa qui).
Al di là del merito qualitativo del CD, colpisce un particolare – diciamo - “fantascientifico”, almeno per noi italiani. Il lavoro è stato prodotto con il contributo della Facoltà di Teatro dell'Accademia di Arte dello Spettacolo di Praga (DAMU) e dalla relativa Scuola di Teatro annessa all'istituzione citata (DISK). Questo, sì, che significa coltivare giovani talenti.
© Riccardo Storti

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