Per le strade di Parigi: Marais e quartiere latino

Da Postpopuli @PostPopuli

di Nicola Pucci

Prosegue il camminamento del vostro scriba per le strade di Parigi. Oggi andremo a far conoscenza con due arrondissements che si appoggiano l’uno sulla rive droite de l’Ile Saint Louis, il Marais, l’altro sulla rive gauche de l’Ile de la Cité, il Quartiere Latino.

Hôtel Salé (Museo Picasso) – da wikimedia.org

Marais in lingua transalpina significa “palude” ed in epoca di Medioevo fu necessario bonificare la zona per renderla abitabile. Furono di stanza proprio qui i Templari, di cui oggi abbiamo ricordo fonetico citando Rue du Temple, Carreau du Temple e Square du Temple. No, non mi sto sbagliando, Square sono chiamate le piccole piazze con giardino che portano nome britannico dai tempi – Secondo Impero – in cui il barone Haussmann progettò la ristrutturazione urbana di Parigi. Ma il Marais fu risparmiato ed è tra i momenti di maggior autenticità turistica avventurarsi per il dedalo di strette viuzze che qui conservano tracce del passato più remoto. Ma bisogna avere occhio vigile.

Scorgeremo allora le facciate degli Hotel particulier che, a dispetto del nome, non sono aberghi di lusso ma le antiche residenze dell’aristocrazia parigina che alloggiò nel quartiere prima che il Re Sole si trasferisse a Versailles con la sua schiera di vassalli e valvassori. Prima di lui il “navarro“, Enrico IV – che mormorò il famoso “Parigi val bene una messa” -, onorò la corona di Re di Francia se è vero che avviò la costruzione della meravigliosa Place des Vosges, intorno alla quale è cresciuta la beltà del Marais che oggi ammiriamo. Gli edifici si compongono di un cancello d’ingresso, una corte interna, il palazzo abitativo ed un giardino retrostante, non vi dimora più l’alta società della capitale ma ospita musei importanti. Due tra di loro mi permetto di scegliere, l’Hotel Salé, sede del Museo Picasso, e l’Hotel Carnavalet, consacrato alla storia di Parigi.

Il Bazar Suzanne – da wikimedia.org

Aristocrazia, certo, ma il Marais è anche, se non soprattutto, la presenza fin dal Medioevo di una folta comunità ebraica. Ecco quindi che il quartiere diventa il Pletzl, “piccola piazza” in lingua yiddish, di cui la Rue Ferdinand-Duval – un tempo Rue des Juifs – e la Rue des Rosiers ne compongono il cuore pulsante. E’ curioso e divertente aggirarsi tra sinagoghe, librerie, ristoranti kasher, macellerie e negozi che vendono oggetti sacri: Bazar Suzanne è uno di questi e vi consiglio proprio di non perderlo.

Non mancano, come da copione, storie romanzate e leggende … una di queste vorrebbe che nel cimitero adiacente la Chiesa dei Santi Paolo e Luigi, mirabile luogo di culto gesuita, siano conservate le mortali spoglie del misterioso Uomo dalla Maschera di Ferro.  Appunto, leggenda, ma passando da queste parti magari citerete Alexander Dumas padre, che ne ha fatto un personaggio celebre del suo “Visconte di Bragelonne“, e ricorderete la trasposizione cinematografica che aveva tra gli attori il biondo pupillo di Francia anni Sessanta, Jean Marais, curiosa coincidenza nel nome e nel fatto che fosse dichiaratamente omesessuale. Già, perchè il Marais è pure quartiere gay tra i più conosciuti al mondo.

La Sorbona – da wikimedia.org

Tanto accogliente, pittoresco, originale il Marais, quanto vivace, notturno, giovanile, cosmopolita è il Quartiere Latino. La tradizione universitaria secondo la quale insegnanti e studenti si esprimevano in latino sono all’origine del nome: è qui infatti che si plasmano le menti più geniali che impreziosiscono il blasone di Francia agli occhi del mondo. La Sorbona, tribuna culturale che conobbe le giornate storiche dell’anno di grazia 1968; la prestigiosa Ecole Polytechnique che Napoleone Bonaparte volle inizialmente non lontana; il College de France che Francesco I fondò per dar libero spazio agli insegnamenti non dispensati dalle accademie ufficiali.

Il sapere di Francia nasce e conosce evoluzione nel Quartiere Latino, che ci ricorda anche come la romanità arrivò in tempi antichi lasciando tracce ancor oggi ben visibili: il complesso delle Arenes de Lutece e delle Terme di Cluny, per esempio. Così come la piccola Chiesa di Saint-Julien le Pauvre è la porta d’ingresso nella Parigi che più che altrove conserva scampoli medievali: un percorso a spasso nel tempo, quello che da Square Saint-Julien, con vista su Notre Dame, si avvia passando per la Chiesa di Saint-Severin che stupirà l’osservatore incredulo per l’abside composto da volte gotiche che assumono la forma di un palmeto.

Quartiere Latino – da http://business.inquirer.net

L’imponenza monumentale del Pantheon chiude il cammino storico del 5°arrondissement; prima di raggiungere la cintura di confine, il Parco del Luxembourg, ci lasciamo sedurre dalla tentacolare vita notturna di questo spicchio di Parigi chiassoso ed allegro. Passiamo per l’incantevole Place Maubert, che brulica di caffè e locali laddove secoli addietro si eseguivano esecuzioni capitali, ed infiliamo una delle tante stradine disseminate di ristoranti etnici che, non lo nego, invitano a sedersi. Tra un piatto di tzatziki da Mavrommatis e una jazz sessions al Cafè Universel salutiamo il lettore, à la prochaine .


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