Per quelli che in autunno leggono...

Creato il 23 settembre 2011 da Ghostwriter

Ninfette d'annata A quanto sembra la celebre Lolita aveva un'antenata, una fanciulla vestita di viola che avanza sugli pattini con la leggerezza di un fiore giapponese...Adesso sarebbe sua nonna, ma lasciamo perdere i particolari. La “protoninfa” di Nabokov la potete trovare nel romanzo uscito da poco per Adelphi, L'incantatore. La storia di questo romanzo è travagliata, risale al soggiorno parigino di Nabokov negli anni Trenta e, quindi, prima del trasferimento negli Stati Uniti. Dopo aver scritto la “vera” Lolita, negli anni Cinquanta, lo scrittore ritrova il manoscritto della prima versione di ciò che diventerà il più famoso feticcio erotico della letteratura del Novecento – per la felicità dei nabokoviani che, in tal modo, possono vantare una lunga gestazione cronologica delle loro ossessioni. Ma anche per noi che tanto nabokoviani non lo siamo mai stati, anche se la tentazione rimane forte nonostante lo stile non sempre digeribile del folletto Vladimir, appassionato anche di scacchi e di farfalle. Che fossero, queste ultime, due forme di consolazione?    Don't stop don't stop dont' stop... Uno che, di certo, non ha tempo da dedicare ai sogni personali è Hans Ulrich Obrist.  Non per mancanza di immaginazione, tutt'altro, ma perché essendo il curatore più attivo del mondo, o almeno uno dei più celebrati, ama aggiungere i sogni degli altri al suo cassetto...senza dubbio strapieno di biglietti d'aereo, libri, reperti fotografici, registrazioni di interviste – ha cominciato che aveva sedici anni, dice, e da allora...-, inviti e chissà quanti progetti in corso. Come conoscerlo meglio, visto che sta modificando il mondo di concepire l'arte, di metterla in scena e, pertanto, di studiarla? A Obrist interessa poco il vecchio sistema dell'arte, vuole creare comunità e ci riesce con le sue ben note Maratone (l'avevamo visto in azione con il progetto sulla Cina al Lingotto di Torino, qualche anno fa, e si poteva misurare la febbre a distanza). Il volume pubblicato dalla Postmedia Book mi è sembrato il suo biglietto da visita ideale. Non soltanto per le interviste ma per i saggi raccolti in occasione di esposizioni collettive e personali, quasi come un album di appunti visivi.  Vedere per credere: ...dontstopdontstopdontstopdontstop   Mondi fluttuanti e subnormali In attesa di mettere le mani sul sacrosanto volume intitolato The Pale King (per il momento confidiamo nel fatto che Einaudi ne ha acquisito i diritti questa primavera), l'ultimo e incompleto romanzo di quel tipo geniale conosciuto con il nome di David Foster Wallace, leggiamo e rileggiamo, magari, i racconti contenuti in Questa è l'acqua (Einaudi,2009). Si tratta di una silloge preziosa, sia perché raccoglie – lo spiega Luca Briasco nella postfazione- i primi racconti pubblicati da DFW sia perché il lettore che lo conosce può collegare le storie e i personaggi ad altri libri ormai famosi come La ragazza dai capelli strani o La scopa del sistema. So bene che molti lettori restano scettici sull'opera “faticosa” di questo autore americano in odor di gloria, e spesso si fermano a metà strada. So bene che molti vorrebbero evitare di apparire così vigliacchi da dire che sono arrivati soltanto a pagina cinquanta, più o meno, prima di capitombolare sull'ennesimo aggettivo di DFW...E so bene che quelli che ce l'hanno con l'autore - in pratica, chiunque legga narrativa mainstream o lo odia oppure ne teme i volumi come fossero grossi mosconi africani- detestano persino l'acronimo del suo nome, probabile sinonimo sintetico di mal di testa. Bene, non c'è che dire questo: leggete questo libro (è breve, appena 154 pagine) e poi mi raccontate. Non ne uscirete indenni, temo. D'altra parte, soltanto nel pericolo vale la pena leggere qualcosa, non vi pare?    

Pubblicato da Remy71 


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