Per scoprire l’Asia a Parigi: gli indirizzi di MilleOrienti

Creato il 17 luglio 2011 da Milleorienti

Quanta Asia si può scoprire a Parigi? Quali sono gli indirizzi asiatici più interessanti nella capitale francese? Per quelli fra voi che contano di andare in Francia – questa estate o in futuro – ecco un elenco di indirizzi per un “tour MilleOrienti” nella multietnica Parigi.
Si comincia con la nuova Maison de la Culture du Japon (Quai Branly 101 bis, nei pressi della Tour Eiffel): da non confondere con il Palais de Tokyo (bello spazio espositivo che però nulla ha a che fare con l’Asia), la Maison du Japon è sede di un centro culturale polivalente dotato di sale espositive, sale conferenze, biblioteca, bookshop e padiglione per la cerimonia del tè. D’estate è meno attivo perché mostre, conferenze e corsi di cultura giapponese sono aperti dall’autunno alla primavera, però al momento in cui scrivo (luglio 2011) c’è una mostra fotografica sui luoghi del Buddhismo della Terra Pura (legato al culto del Buddha Amida) in Giappone. Prossimi appuntamenti notevoli: la rassegna “Le cinéma du Kansai” (24 settembre-22 ottobre 2011) e la mostra “Haut Maitre de l’ukiyo-e” (28 settembre-17 dicembre 2011).

Il “concept” della Maison du Japon è in fondo lo stesso dell’ormai noto Institut du Monde Arabe (Place Mohammed V, nel Quartiere Latino): un centro culturale – polivalente e multimediale – “monografico”, cioè dedicato a un solo Paese o una sola area culturalmente omogenea. Un genere di istituzione culturale che in Italia manca completamente. Il bellissimo palazzo dell’Institut è da molti anni un punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo arabo-islamico, ma da pochi mesi si è arricchito di una nuova struttura che sorge nella piazzetta antistante: si tratta di un padiglione disegnato dalla celebre architetta iraniana Zaha Hadid per ospitare modelli di edifici realizzati dalla stessa Hadid e progetti in corso d’opera.

Un altro indirizzo da non mancare a Parigi è quello  dello storico Musée des Arts Asiatiques, meglio noto come Musée Guimet (place d’Iéna 6):  un paradiso per gli amanti dell’arte dei Paesi asiatici, un luogo che non ha niente da invidiare alle celebri collezioni orientali del British Museum di Londra. Anzi, il Guimet ha qualcosa in più, legato alla specificità della storia francese. Per esempio: dato che la Cambogia fu una colonia francese, il Guimet contiene la più grandiosa raccolta di arte Khmer che esista al di fuori dell’Asia. Per la stessa ragione storica, il Guimet presenta una sala di antiche sculture Cham vietnamite (di ispirazione induista), un tipo di arte che è ben raro trovare rappresentata nei musei occidentali. Altre perle del Guimet: le collezioni cinesi, giapponesi, himalayane (tibeto-nepalesi), indiane e del Gandhara (oggi corrispondente ad Afghanistan-Pakistan).
Il Guimet, infine, ha anche un fitto calendario di conferenze e corsi di ogni genere, consultabile sul sito del museo, e ospita fino al 26 settembre 2011 una notevolissima raccolta di opere dell’artista indiana contemporanea Rina Banerjee.

Opera-manifesto della mostra "Paris-Delhi-Bombay"

Accanto a istituzioni come quelle sopra citate, dedicate in modo permanente alle culture asiatiche,  Parigi offre naturalmente anche un florilegio di mostre “a termine”.
Una mostra imperdibile quest’estate è “Paris-Delhi-Bombay”
:  aperta fino al 19 settembre 2011 al Centre Pompidou (place Pompidou 6, al Beaubourg) espone una selezione di artisti indiani contemporanei – sculture, installazioni, video – a cui fanno da contraltare opere di artisti francesi contemporanei ispirate all’India. Un gioco di specchi interessante fra punti di vista diversi su una stessa civiltà.

Giunti a questo punto del vostro tour parigino, cari lettori, avrete probabilmente saziato la vostra fame di cultura ma vi sarà venuta fame tout-court. Parigi è ricchissima di ristoranti etnici, ma dove mangiare bene le cucine asiatiche? Anche a questo proposito vi fornisco qualche indirizzo.
Per quanto riguarda la cucina giapponese, un ristorante con un ottimo rapporto qualità-prezzo è il Miyako (rue de l’Université 121, tel 0147054183), per una volta un “vero” giapponese non lontano dalla Tour Eiffel. Passando invece al popolare quartiere di Bastille, trabocca di ristorantini indiani, arabi, thailandesi, eccetera. Un ristorante indiano che mi piace è il Curry Village (foto accanto) che si trova al numero 5 della vivace Rue de Lappe, cuore della vita notturna di Bastille. E’ un microscopico locale con sette (7) tavoli, gestito da una giovane coppia che offre cucina panjabi. Vale la pena, ma ha un solo, strano difetto: le birre indiane costano il doppio che altrove. Siete avvisati.
Terminata la cena, la stessa via offre anche luoghi dove digerire in santa pace fumando il narghilé (anzi, lo chichà) e gustando magari qualche dolcetto marocchino. Il luogo ideale è Le Bazar (rue de Lappe 29, tel 0113110111). Ma per gustare i migliori kebab e falafel di Parigi dovrete cambiare zona e andare nel Marais: nel cuore del quartiere ebraico c’è rue de Rosiers, dove troverete una sfilza di eccellenti ristorantini ebraici, fra i quali Le King Falafel (rue de Rosiers 26, tel 0142779313). E a pochi passi c’è Chez Finkelstein, una gastronomia con dei dolcetti irresistibili.
Buon appetito, dunque, e buona Parigi a tutti.


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