Per un mondo deavverbizzato

Creato il 21 giugno 2010 da Ilgrandemarziano
La televisione ha dei profondi influssi sugli individui da questa parte del video, adulti e bambini. Questo è già stato provato da numerosi studi, ci sono numerosi saggi che ne parlano e ne ho già accennato su queste pagine. Eppure, a ben vedere, l'influsso della televisione vale anche dall'altra parte del video. È da un po' infatti che sono giunto a questa conclusione, e sono sempre più convinto che la sola presenza delle telecamere sortisca strani effetti collaterali anche sui cervelli di coloro che si trovano loro davanti. Ma forse sono due facce di una stessa medaglia.
Provate per esempio a guardare un'intervista qualsiasi, che sia un talk-show, un telegiornale o una trasmissione sportiva, e sentirete dalla bocca dell'intervistato di turno o, comunque di colui che replica o commenta, cadere una pioggia torrenziale di «assolutamente», con la straordinaria variante «assolutamente sì!». Insomma, la fiera dell'avverbio come sottoscrittore di verità incontrovertibili. Di qualsiasi argomento si parli, serio o frivolo, che sia il fondoschiena ritoccato di Belèn o la legge sulle intercettazioni, è sempre e comunque assolutamente ... [scrivete qui l'aggettivo che preferite].
Eppure chi ha un po' di dimestichezza con la parola scritta, sa che l'avverbio è quanto di più deleterio esista nell'economia della descrizione di un'azione. Va usato con la massima parsimonia. È facile che la sua sola presenza, per non parlare del suo abuso, denoti debolezza (incertezza o insicurezza) nella comunicazione del concetto della frase e il più delle volte risulta non solo superfluo, ma addirittura controproducente. Perché allora questa grande diversità nel parlato mediatico?
Perché la televisione, e con essa chi vi parla, non può permettersi di dire qualcosa di meno della verità. Perché la televisione, lei, è perfetta e sovrumana e non deve mostrare di avere insicurezze nei concetti che esprime, come le modelle non possono permettersi di mettere in mostra qualcosa di meno di cosce vellutate come pesche appena colte. Perché i dubbi la screditano e le sue incertezze diventano le incertezze dei suoi sponsor. E bisogna fare qualsiasi cosa affinché il dubbio, che pur sempre c'è perché è nella natura delle cose del mondo, non emerga mai. Perché l'uomo ha bisogno di verità e certezze e se c'è qualcuno o qualcosa che gliene può dare a piene mani, e così confortarlo e rassicurarlo, perché non approfittarne?
Del resto il dubbio costa fatica. Il dubbio costringe a pensare. E la televisione, materna e protettiva, non vuole che voi vi diate la pena di sudare e finiate per farvi venire il cervello a buccia d'arancia. Così lasciate che la vostra estetista della mente vi faccia il suo bel trattamento quotidiano a base di "assolutamente". E vedrete quest'estate come vi sentirete a vostro agio in costume da bagno!

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