foto Weheartit
Perché questo?
Perché quello?
Perché andiamo…?
Perché restiamo…?
Quanti ne avete contati finora detti dai vostri bambini?
Questa fatidica domanda sorge spontanea sulle labbra dei bambini dopo i due anni e per un lungo, lunghissimo periodo di tempo affolla le mattine, i pomeriggi e le notti dei genitori.
Oggi vorrei parlare del “Perché” visto dalla parte dei bambini.
Raramente avevo l’impressione che ai miei genitori interessasse veramente quelle che avevo da dire.
Bruno Bettelheim introduce con questo ricordo il capitolo su “chiedere perché” nel libro “Un genitore quasi perfetto”.
Chiedere perché per i bambini è una fase della crescita, crescendo diventano curiosi e chiedono. Rispondere in modo da soddisfare le loro richieste riduce il numero dei “Perché”. I bambini soddisfatti dalle risposte dei genitori non continueranno a chiedere!
A volte i genitori domandano “perché” ai bambini solo per avere un motivo per proibire una certa cosa o per sentirsi giustificati a interrompere un gioco o un comportamento che sembrano sbagliati.
Non sempre i bambini sanno trovare risposta ai “Perché” dei genitori. La maggior parte delle volte i bambini si sentono forzati a trovare una spiegazione per poter fare una determinata cosa che loro sentono di dover fare. Si sentono obbligati a trovare una risposta perché hanno paura che il silenzio possa essere interpretato dai genitori negativamente e quindi che gli venga proibito di fare quella cosa. Non è sempre giusto chiedere “Perché” e non è sempre utile.
I bambini spesso pensano che i genitori chiedano loro il perché delle loro azioni, dei loro pensieri o dei comportamenti solo perché non li capiscono. I bambini rispondono sempre sinceramente alle domande degli adulti e se in cambio ne ricevono delle critiche si sentiranno frustrati e sentiranno dentro di loro un disagio che sarà difficile eliminare.
I bambini che si sentono approvati sono più inclini a spiegare le ragioni dei loro gesti e dei loro pensieri, al contrario chi si sente giudicato negativamente anche se sente di voler fare una cosa troverà difficoltà nell’esprimere quello che prova e quando si sentirà fare la fatidica domanda non saprà cosa rispondere e se ne starà in silenzio ad aspettare la critica o il giudizio negativo.
Quindi cari genitori, pensate molto bene prima di domandare perché ai vostri bambini e soprattutto se volete chiederlo, fate in modo che i bambini si sentano ascoltati veramente e che non riceveranno solo rifiuti o negazioni per avervi dato una spiegazione dei loro gesti o dei loro sentimenti. Sono incapaci di raccontare le bugie e quindi un loro silenzio non deve essere visto per forza come una ammissione di colpevolezza.