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Perchè a Palermo si veglierà per le vittime dell'omofobia in piazza e non nella Parrocchia di ...

Da Ganimede

Comunicato della Parrocchia di S. Lucia di Palermo del 4 maggio 2011

La Curia di Palermo, venuta a conoscenza dell'iniziativa, mi ha invitato al pieno rispetto delle norme date dalla Santa S. al n.ro 17 del documento "
Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali" del 1-10-1986.
Quindi mi invita a sospendere
l'
incontro di preghiera del giorno 12 nella parrocchia di Santa Lucia.

P. Luigi, parroco della parrocchia di S. Lucia, piazza della pace, Palermo

Sito web:
www.parrocchiasantaluciapa.it

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Comunicato del gruppo Ali d'Aquiladi Palermo del 6 maggio 2011

Il gruppo “Ali d’Aquila”, lesbiche e gay cristiani di Palermo, esprime la sua tristezza e indignazione per il veto, posto dalla Curia e comunicato al gruppo tramite terzi, inerente l’utilizzo della chiesa parrocchiale di Santa Lucia (piazza della Pace Palermo) in occasione della veglia in ricordo delle vittime dell’omofobia, prevista il giorno 12 maggio 2011.

Da cinque anni diversi gruppi cristiani omosessuali si sono fatti promotori in varie città di un momento esclusivamente di preghiera, per commemorare tutte quelle persone che subiscono discriminazione a causa del loro orientamento sessuale.
Quest’anno il gruppo “Ali d’Aquila” ha organizzato la veglia di Palermo insieme a: Chiesa Valdese di via Spezio, Chiesa Evangelica Luterana, Comunità San Francesco Saverio, con il contributo della Lectio Divina a cura della comunità Kairòs.
Poiché la nostra intenzione era, e resta, unicamente quella di esprimere con la preghiera la nostra comunione con quanti soffrono a causa del pregiudizio omofobico, manifestiamo l’intenzione di voler continuare a pregare anche dinanzi ad una “porta chiusa”.
Il Gruppo Ali d’Aquila, cristiani omosessuali di Palermo

Email:[email protected]

Sito web: blog.libero.it/gruppoalidaquila

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COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO di Domenica 8 Maggio 2011 ore 11:15

Le Comunità organizzatrici della Veglia per le vittime dell’omofobia a Palermo prendono atto, con disagio e dolore, delveto a utilizzare la Chiesa di Santa Lucia da parte della Curia palermitana; confermando la volontà di pregare per tutti coloro che subiscono discriminazione e violenza a causa del loro orientamento sessuale, annunciano che si riuniranno ugualmente in preghiera nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Santa Lucia. La Veglia, cioè, avrà luogo comunque in Piazza della Pace, a Palermo, il giorno Giovedì 12 Maggio 2011 alle ore 20:45. La Lectio Divina sarà curata dalla Comunità Kairòs.

Comunità San Francesco Saverio

Chiesa Valdese di via dello Spezio

Chiesa Evangelica Luterana

Gruppo Ali d'Aquila, lesbiche e gay cristiani

Comunità Kairòs

 

Perchè a Palermo la parrocchia di S. Lucia non potrà ospitare la veglia per le vittime dell'omofobia


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COMMENTI (1)

Da Un semplice cristiano
Inviato il 09 maggio a 13:53
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Lettera di un semplice cristiano a proposito della veglia di preghiera contro l'omofobia, diffusa liberamente come commento a diversi articoli comparsi sul web.

È da alcuni giorni oggetto di dibattito la veglia di preghiera che si sarebbe dovuta svolgere il 12 maggio presso la chiesa di Santa Lucia col bene placet del Cardinale Romeo. Il quale, ovviamente, non ha acconsentito.

Il motivo dell'annullamento, secondo un comunicato del 4 maggio diffuso sul sito della parrocchia (1), è che questo evento, secondo la Curia, non è in sintonia con la norma indicata al punto 17 del documento “Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali”. In effetti, su tale documento si afferma che:

“Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l'insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l'apparenza di esso, può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all'uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi […] A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di scandalo.” (2)

La decisione del Cardinale sembra dunque ragionevole e adeguatamente supportata: la veglia di preghiera proposta dalla già di per sé ambigua (per motivi dottrinali, non per altro) associazione di omosessuali-cristiani Ali d'Aquila, se inserita nel calendario di un evento apertamente anticristiano come il Palermo Pride, avrebbe acquisito una valenza ideologica e politica palesemente contraria alla dottrina e alla prassi della Chiesa cattolica.

Occorre quindi specificare, specialmente a tutti quei cristiani in buona fede che hanno interpretato questo gesto della Curia come un rifiuto, come una sorta di porta sbattuta in faccia agli omosessuali, che il veto è stato posto non per mancanza di carità, ma per non avvalorare le tesi di un'ideologia gay che si spinge ben oltre il mero diritto degli omosessuali a non dover esser oggetto di discriminazioni e violenze d'ogni tipo per le loro scelte sessuali. Ciò che il Palermo Pride porta avanti è infatti un'ideologia dissolutoria, tassello di una strategia globale (i cui attori non sono sempre consapevoli) operante almeno da 300 anni nelle élites culturali europee, che con le armi del politically correct e del buonismo spicciolo tentano di disgregare l'ossatura morale dell'Occidente, attaccando la famiglia ed i ruoli di genere naturali (in primis con lo sdoganamento di una mentalità abortista e divorzista, supportata da leggi altamente permissive) in funzione palesemente anticristiana e antitradizionale.

È difficile, in un mondo in cui l'informazione libera viene scambiata con l'anarchia dell'incompetenza mediatica, in cui un “sì” o un “no” decontestualizzati possono scatenare ogni sorta di montatura ingiuriosa, far comprendere che il rifiuto a supportare una veglia di preghiera è posto in essere dalla necessità di dare un segnale di più ampio respiro, una prospettiva religiosa più profonda e meno clamorosa.

I lupi travestiti da agnelli sono sempre in agguato. I carnefici che si atteggiano a vittime non aspettano altro che l'occasione giusta per demonizzare il proprio nemico, forti anche dello scandalo degli ingenui e del supporto degli sciacalli dell'informazione.

Come potrebbe un cristiano non essere dalla parte degli emarginati e degli oppressi? Come potrebbe non vedere Cristo negli ultimi? Ma non bisogna confondere la carità con l'ingenuità.

Chi vuole pregare, preghi. Si inginocchi davanti al tabernacolo e affidi le vite dei sofferenti (omosessuali discriminati inclusi) al Gesù morto e risorto per la nostra salvezza. Si dia anche da fare attivamente perché queste discriminazioni diminuiscano e tutti possano godere già su questa terra di una felicità più-che-umana.

Ma chi vuole usare la preghiera come uno strumento di lotta politica, chi vuole seminare zizzania tra i figli dell'unica e vera Chiesa di Cristo, vada fuori dal tempio. E se ne assuma le responsabilità, dinanzi alla propria coscienza, prima, e, quando sarà il momento, dinanzi a Dio.

(1) http://www.parrocchiasantaluciapa.it/?pageid=1475 (2) http://www.vatican.va/romancuria/congregations/cfaith/documents/rcconcfaithdoc19861001homosexual-personsit.html