Magazine Musica

Perchè dire “Ministra” può aiutare a combattere il sessismo

Creato il 07 aprile 2015 da Frequenzedigenere @di_genere

1252863332b_316x_6ac55e773b31fe8e6cf830dbf897a2a4Declinare al femminile ruoli e mestieri non è importante solo dal punto di vista della correttezza grammaticale, ma anche e soprattutto nella formazione del nostro pensiero e nelle decisioni che prenderemo in merito alla nostra vita.

La notizia della creazione di una commissione di esperti da parte della Commissione per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, nata per combattere il sessismo veicolato dal inguaggio, non ha trovato il favore di tutti. Molte sono state le voci contrarie all’iniziativa, che hanno liquidato la questione linguistica come una semplice formalità, affermando che ci sarebbe ben altro a cui pensare. Aderire al “benaltrismo” e quindi considerare ogni proposta come secondaria rispetto ad altre azioni considerate “più importanti”, significa non comprendere che il cambiamento culturale potrà avvenire solo se si agirà contemporaneamente su più fronti. 

L’ultimo esempio di questo “benaltrismo” l’abbiamo ascoltato nel monologo che Luciana Littizzetto ha tenuto nel corso della trasmissione  “Che tempo che fa” : alla comica sono bastate quattro battute a corredo di un ragionamento approssimativo per cancellare in pochi minuti il lavoro di sensibilizzazione sul sessismo linguistico che associazioni, collettivi, enti e singoli stanno facendo da anni.

A partire da questo infelice monologo nel corso della puntata abbiamo fornito dati e indicazioni che smentiscono le affermazioni grossolanamente trattate da Littizzetto, per poi ampliare il discorso su come la lingua plasmi il nostro modo di pensare.
Perché una lingua in cui la parola “Ministro” finisce sempre per O è specchio di una società che fatica a trattare le donne in politica con lo stesso rispetto dato ai loro colleghi uomini. Perchè ciò che non viene nominato, non esiste. 

Iniziare a nominare ruoli e professioni al femminile è una piccola rivoluzione, che partendo dalla grammatica arriva molto lontano. A questo proposito abbiamo terminato la puntata con un consiglio di lettura: “Cosa faremo da grandi?” di Biemmi e Terranera, edito da Settenove Edizioni con il patrocinio dell’Unicef.

Ci hanno accompagnate i brani di Paolo Nutini, in concerto a Ferrara il 17 luglio.

Buon ascolto, potete ascoltare la puntata qui!

Posted on 7 aprile 2015 at 12:34 pm in quinta stagione   |  RSS feed |   Rispondi   |   Trackback URL


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :