Perchè disegniamo così LA STELLA?

Da Colorefiore @AmoreeDintorni

Perchè fin da piccoli ci hanno fatto disegnare la stella come la classica figura a 5 punte? Qual'è la vera forma della stella? Perché ci hanno fatto convincere che la stella ha quella forma se invece il sole è rotondo? 
Una stella è un corpo celeste che brilla di luce propria, quindi un sole che brucia a chissà quanti anniluce distante da noi. Una possibile risposta alla rappresentazione grafica potrebbe essere che se osserviamo una stella ne possiamo scorgere anche i raggi di luce da essa irradiati, che nel disegno vengono rappresentati dalle punte. L'osservazione dello stesso fenomeno non è possibile per il sole perchè è troppo vicino a noi.
Inoltre la stella a cinque punti colpisce per la sua particolarità di poter essere disegnata senza staccare la penna dal foglio.
La stella a cinque punte, detta anche pentacolo, pentalfa o stella fiammeggiante. Pentagramma è una parola che deriva dal greco ‘pente’ e ‘gramma’, rispettivamente cinque e segno; e in effetti la figura è formata proprio da cinque linee che, incrociandosi, formano una stella a cinque punte. I greci lo chiamavano anche pentalpha, perché intrecciando cinque alpha maiuscole (A) si ottiene appunto un pentagramma, ma anche perché rappresenta i cinque principi, ovvero i quattro esposti da Empedocle (terra, acqua, aria e fuoco) cui Pitagora ne aggiunse un quinto, quello che animando le leggi intime della natura doveva riportare tutto ad unità, la quintessenza o essenza vitale. Un altro significato della Stella a cinque punte è l’unione del principio maschile e femminile o l'Essere Androgino, cioè il corpo luminoso, che non ha sesso, tenuto conto che le sue punte sono la somma del tre, simbolo maschile, e del due, il simbolo femminile.Si tratta di un simbolo antichissimo e potente che ha attraversato millenni di storia, semplice dal punto di vista grafico eppure tanto complesso nell’interpretazione simbolica.E’ stato associato dalle popolazioni più antiche al pianeta Venere, in quanto se si segnano le posizioni planetarie di Venere lungo i 360° del cerchio zodiacale, la figura che si forma è proprio un pentagramma perfetto. Vediamo cosa ci rivela la tradizione egizia: La parola SBA è il nome egizio della stella, ed è composta da 3 lettere/concetti/simboli: S banda di stoffa, che lega ( anche fra il piano materiale ed il piano astrale) B  la verticalità, l’élévazione A  il Principio , la Causa , l’Essenza….       SBA è quel che lega ed tende verso il Principio; SBA  è insieme la stella, la porta, l’istruzione, ma  istruire non significa “illuminare, e la porta non permette il passaggio? E la stella non significa “quel che permette il passaggio…della Luce? La stella è un ‘apertura verso un ‘altrove, un’altra dimensione, porta sull’invisibile, sull’essenza della vita. Ecco perché per i Antichi aveva il compito di condurre verso la luce le anime pronte ad uscire dalle tenebre. I Saggi egizi  vedevano sotto l’apparenza degli astri, le funzioni vivente di un’Universo organizzato, in cui tutti i corpi ( astri ed esseri) erano solo un luogo di passaggio delle anime attraverso molteplici incarnazioni.Spostandoci in Grecia troviamo la stella a cinque punte collegata a Pitagora e alla sua scuola – dunque intorno al 500 AC circa – dove veniva considerata simbolo di ordine e perfezione. Appartenenti ad una scuola filosofica che poneva il numero come struttura base dell’essere, i pitagorici non poterono rimanere indifferenti alle peculiarità geometriche del pentagramma, i cui lati si intersecano sempre secondo la sezione aurea, tanto che lo assunsero come loro segno di riconoscimento.Nel Rinascimento, il periodo del ritorno di Platone e del neoplatonismo, si afferma il principio base della magia naturalis, quello della simpateia tra simile e simile, tra microcosmo e macrocosmo: “ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per le meraviglie di una cosa unica”, come recita l’incipit della Tavola di Smeraldo attribuita ad Ermete Trismegisto. Ed è proprio in questo contesto che come simbolo dell’uomo-microcosmo ritroviamo il pentagramma accostato alla figura umana a braccia e gambe spiegate che appunto ricorda la forma di una stella a cinque punte. In tal guisa, ad esempio, è conosciuto anchecome Pentagramma di Agrippa, dal nome del filosofo Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim (1486-1535) che nel "De Occulta Philosophia"del 1533, inserisce l’immagine di un uomo inscritto in un doppio cerchio circondato dai simboli planetari di Marte, Giove, Saturno, Mercurio e Venere; gli arti e la testa sono collegati da linee che formano appunto un pentagramma.

L’ottocento è segnato dalla nascita di numerosi ordini magici ed esoterici, all’interno dei quali il pentagramma rivive momenti di intenso interesse, utilizzato e letto secondo simbologie spesso nuove.
La stella rappresenta anche uno dei simboli più importanti per la Massoneria, la stella fiammeggiante con la punta rivolta verso l’alto diviene il simbolo dell’uomo nel suo percorso di elevazione, e la sua immagine sintetizza lo scopo dichiarato della libera muratoria, ovvero quello di condurre il profano verso la trascendenza.Il simbolo in sé quindi, più antico della massoneria stessa, assume connotati positivi, e si contrappone al pentacolo con la punta rivolta verso il basso: in questo caso tutte le energie vitali presenti nell’essere umano, a loro volta allegoria delle forze che muovono l’universo intero, vengono convogliate verso le profondità.
Il satanismo moderno ha utilizzato il pentalfa rovesciato in questa ultima connotazione, con una chiara dichiarazione di intenti che rivelava la predilezione verso gli aspetti più inferiori dell’essere, più meramente materiali, animaleschi e psichici, in contrapposizione con l’elevazione spirituale.

...e se la Stella parlasse...?
Sono nel mondo, sono del mondo, agisco nel mondo. Sono in me, sono di me, agisco in me. Separata e unita nello stesso tempo, minuscolo ingranaggio di una macchina cosmica, collaboro, ricevo e do, assorbo e distribuisco.La mia nudità è totale: nessun principio mi guida, nessuna legge che non sia quella naturale.Se dico "sono" è perché nell'infinita molteplicità degli esseri e delle cose ho trovato il mio posto, nel mondo e in me stessa, non ha importanza dove. Non ho bisogno di cercare, non ho nessuna immagine di me stessa, sono al mio posto.Qui e ovunque, volontariamente legata. Sono in ciascuna particella di polvere, in ciascun territorio, in ciascun corso d'acqua, in ciascuna stella, in ciascuna parte del mio corpo.E come faccio a non rispettare il mondo, le mie ossa e la mia carne? Tutta questa materia non mi appartiene, mi è stata data in prestito soltanto per un frammento di tempo.E la rispetto perché è il mio tempio, il tempio dove risiede il Dio impensabile. Lo spirito è materia, e la materia è spirito, l'universo nasce ed esplode costantemente, e al suo centro, là dove mi sono inginocchiata, io sono."Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa "La via dei tarocchi"


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