Perché fare l’Educatore Professionale? I “Contro”.

Da Ciraolo

E dopo “i pro”, come promesso ecco i contro! Ovvero perché NON fare l’Educatore Professionale…

Stipendio da fame.

Già. Se speravate di avere un riscontro economico degli studi che avete faticosamente compiuto e della fatica psicologica che vi costa lavorare a stretto contatto con tante persone, avete sbagliato strada. Con una media di 1000 euro al mese non ci si può lamentare, ma saremo costretti a rinunciare a molti piccoli sfizi, che con l’aumentare degli anni peseranno sempre di più.

Poche possibilità di carriera e cambiamento.

Non sono moltissimi gli educatori di “una certa età”, e solitamente sono dei pazzi o degli eroi. In alcuni casi l’educatore diventa responsabile di comunità o di determinati servizi pubblici, oppure si butta sui servizi sociali (assistente sociale & co), ma nella maggior parte dei casi l’educatore rimarrà educatore, il che obbliga a scovare, coltivare e reinventare le motivazioni nel più profondo di se stessi. Altrimenti si cambia lavoro.

Si lavora con le persone, non con gli oggetti.

Se questo è uno dei principali motivi per cui scegliereste questo lavoro, può diventare anche una delle principali cause di insofferenza. Le persone sbagliano, soffrono, provocano, feriscono. Le variabili da prendere in considerazione aumentano, perché i risultati non dipendono più unicamente da noi stessi. Se non amate stare con le persone scegliete un altro lavoro.

La bile ne risente: è molto stressante.

Di certo non è un lavoro “tranquillo”. Stare continuamente, costantemente al fronte è faticoso. Non è una fatica fisica, ma psicologica: insistere, crederci, lottare per veder crescere una persona è sicuramente bello, ma anche estremamente stancante. Sono molti i giorni in cui si torna a casa stremati e, quel che è peggio, arrabbiati e demotivati.

Nessuno vi ringrazierà.

A meno che non siate capaci di leggere i ringraziamenti tra le righe, magari in un sorriso o ancor più semplicemente in uno sguardo. Ma siamo esseri umani, e abbiamo bisogno di “rinforzi positivi” (cioè di qualcuno che ci confermi che siamo bravi). Beh, questi rinforzi arriveranno raramente.

A volte gli orari sono molto scomodi.

Non sempre. Questo dipende dal “settore” in cui vi inserite. Ma in alcuni casi fare le notti, lavorare nei week-end, a Natale e Pasqua, e fare settimane di vacanze estive lontano da casa può non essere piacevole. Se oggi siete single e non avete una famiglia a cui badare, non è detto che restiate tali per sempre.

Foto | Flickr

">"Perché fare l’Educatore Professionale? I “Contro”. è stato scritto da Andrea Ciraolo.


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