Perché firmare le riproduzioni dei propri quadri?

Da Barbaraartdeco @ArtDecoBarbara

Prima della sua morte nel 1987, Andy Warhol si é messo a firmare alcuni numeri del tabloid Interviews di cui era l’ editore. Le copie della rivista che aveva firmato sono state immediatamente vendute al prezzo di 50$ invece del solito costo di 2$. In questo modo, voleva dimostrare l ‘ attrattiva suscitata nei confronti del pubblico e l’ importanza della firma di una celebrità, come se la semplice firma potesse dare valore ad un oggetto.

Nel mercato delle riproduzioni delle opere d’ arte, la firma dell’ artista conta molto. Infatti, dà valore a una comune riproduzione stampata, raddoppiandone ed oltre il prezzo. Così, il semplice fatto di firmare e numerare le proprie riproduzioni contribuisce a generare una fonte di reddito complementare per l’ artista.

La firma non conferisce un valore intrinseco alla riproduzione. Questa firma simboleggia un riconoscimento da parte dell’ artista della riproduzione del suo lavoro, una sorta di approvazione che assegna un certo peso, come se egli stesso dicesse: ” questa é una riproduzione di qualità e fa parte della mia opera “.

Spesso l’ artista non prende parte al processo tecnico di fabbricazione delle sue riproduzioni e la qualità delle riproduzioni é indipendente dalla firma dell’ artista. Ma in certi casi, é unicamente la firma che dona valore alla riproduzione, come dimostrano i casi di Salvador Dalì o di Marc Chagall. Questi artisti firmarono i supporti cartacei su cui sarebbero state stampate le loro riproduzioni, approvandole senza nemmeno vederle prima !

L’ abitudine di firmare le proprie riproduzioni ha meno di 100 anni e ebbe inizio quando nel 1930 un mercante d’ arte parigino, Léo Spitzer, convinse gli artisti che rappresentava ( tra cui Matisse e Picasso) a firmare le riproduzioni dei loro capolavori che faceva fabbricare. Mark Rosen, a capo del dipartimento “riproduzioni” di Sotheby’ s, spiega che una riproduzione firmata da un artista famoso vale il doppio di una non firmata. In effetti, questo dipartimento di Sotheby’ s ogni anno vende miglia di riproduzioni a prezzi che possono arrivare a più di 100.000$.

Una blogger americana, Katherine Tyrrel (Making a Mark), ha scritto un articolo interessante su come firmare le proprie riproduzioni in modo da conferire loro del valore. Questi consigli sono rivolti agli artisti contemporanei che decideranno di vendere le riproduzioni delle loro opere.

Queste raccomandazioni provengono da degli illustri artisti che hanno fatto ricorso alla vendita delle riproduzioni delle loro opere (litografie, incisioni, locandine, ecc).

Cosa bisogna fare:

  • firmare con una matita ben affilata
  • firmare la riproduzione solo se si é soddisfatti della qualità
  • firmare la riproduzione in basso a destra, sul bordo
  • indicare la numerazione e il numero di copie disponibili in basso a destra, sul bordo (es. n° 4/25)
  • aggiungere un titolo, se necessario, tra la numerazione e la firma
  • firmare con le proprie iniziali (come faceva per esempio Albrecht Durer)

Cosa NON bisogna fare:

  • firmare con una penna (bisogna firmare con la matita). Con la penna, delle copie della riproduzione possono essere realizzate con più facilità. Ci potrebbero, quindi, essere in circolazione delle riproduzioni non firmate da voi, mentre la firma con la matita é più difficile da copiare.
  • firmare se le riproduzioni sono fabbricate in edizione illimitata (o open edition)
  • firmare i supporti di riproduzione prima che vengano stampati.

Ecco, quindi, dei consigli da cui gli artisti possono prendere spunto: vendere delle riproduzioni delle loro opere e firmarle. Non dimenticate che vi potete rivolgere a  Copia-di-arte.com per la fabbricazione dei vostri quadri.

E voi ricorrete alla fabbricazione delle riproduzioni dei vostri quadri e le firmate?

Fonti :

http://www.huffingtonpost.com/daniel-grant/whats-the-value-of-a-sign_b_826711.html

http://makingamark.blogspot.com/2011/10/how-to-sign-art-print.html

Barbara



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