GODZILLA (G. Edwards 2014)
Voto complessivo: 8
Le risposte molto valide che sono seguite sono varie e spero vi convincano a darci un'occhiata, senza la pretesa di trovarvi davanti ad "Orizzonti di gloria" di Kubrick o "Sinfonia d'Autunno" di Bergman (come metafora del film impegnativo, d'autore, per intendersi.)La prima è stata la più banale: perché non sono tanto milionario da permetterti uno schermo tv 3D e perché la sala del cinema è sempre la sala del cinema, cazzo!La seconda: il film è, sì, un fracassone americano con mostri, ma già in questo trailer che mi ha convinto molto dimostrava di avere una impostazione, nonché regia, interessante. Non come quella ciofeca infarcita di sentimentalismi e battute pseudo-umoristiche fuori luogo diretta da Roland Emmerich alle soglie del 2000.
Sì, la musica che hanno usato nella sequenza coi soldati che si lanciano dall'aereo è quella di Lygeti adoperata da Kubrick precedentemente in 2001: odissea nello spazio.
Perché ho trovato la regia di Edwards interessante? Inizialmente, ad un'ora e venti dall'inizio, mi stavo spazientendo: ero lì, come un bambinone, per il mostrone e lo reclamavo! Avevo pagato fior fior di quattrini e ancora non si era visto chiaramente neanche per un minuto intero. Ma poi mi sono ricreduto e dall'essere un semplice dramma investigativo incentrato su una tematica mai così attuale come l'orrore dei disastri nucleari, dove gli essere umani erano i protagonisti - fa una comparsata parlante abbastanza significativa per l'intreccio la sempre radiosa Juliette Binoche - si è trasformato in un monsters deathmatch, un duello fino all'ultima mascella spezzata, fra Godzilla e altri due mostri radioattivi avversarsi inventati di sana pianta per questo film.
Anche nella seconda parte d'azione, certe informazioni e dinamiche della storia sono un po' fumose e confuse, ma alla fine cosa importa? Quello che conta è vedere questo disgraziato mostro di 200 metri nato dalla più grande mostruosità creata dall'uomo, il nucleare, avere la meglio su suoi due rivali sinuosi e volanti e salvare inaspettatamente l'umanità con la sua forza pesante e massiccia.Ci sono riferimenti concreti e vaghi a fatti realmente accaduti, tanto per dirne due Hiroshima e lo Tsunami del 2004 (ma anche il recente disastro di Fukushima sovviene); vedete tutta la sequenza dei titoli con veri filmati di repertorio legati agli esperimenti nucleari.Poi c'è un finale diverso da tutti i Godzilla precedenti, che non svelo, ma che sostanzialmente è inaspettato, meno scontato di quel che si potrebbe pensare. Ho fatto fin troppi spoiler...
Da segnalare un buon cast internazionale, capace di reggere l'atmosfera drammatica. Per una volta non ci si concede al clima umoristico tipico di questi film atto a smorzare la tenzione e la colonna sonora di Alexandre Desplat, anche se a tratti convenzionale per forza di cose a causa del genere di film, in alcune sequenze è notevole e sottolinea bene i momenti di tensione e dramma. Godzilla è imponente e ha scritto la storia del cinema mondiale e in questo remake si rende giustizia a tale icona, anche fisionomicamente, senza dimenticare l'originale giapponese dal quale non si discosta troppo e dove comunque era presente un personaggio americano in trasferta giapponese, proprio come Cranston nel prologo a Tokyo. Il personaggio dall'originale del dott. Serizawa viene oltretutto riproposto e adattato al presente nell'interpretazione della "star" ormai di adozione hollywoodiana, ma di origini nipponiche, Ken Watanabe.