Siate sinceri, chi è che non lo ha mai pensato?
Probabilmente è stata una delle prime domande che mi sono rimbalzate nella testa quando sono arrivata in Giappone. Ma come per ogni cosa, i giapponesi hanno una risposta anche in merito alle loro innumerevoli stranezze.
Esiste un fenomeno che si chiama Cosplay e che consiste nell’abitudine di vestirsi come un personaggio noto appartenente ai cartoni animati, ai videogiochi o ai fumetti. Quindi una bella domenica di maggio mi sono armata di reflex e occhi sgranati e sono andata ad Harajuku, una zona caratteristica compresa nel quartiere di Shibuya, a Tokyo.
E’ qui che si incontrano i cosplayers e, sebbene questo fenomeno stia lentamente scomparendo, non è difficile imbattersi in un Doraemon scheletrico o in un Hamtaro un po’ troppo cresciuto.
Per me, che faccio fatica anche a fissare un bottone, quella che sto per dirvi è una vera e propria stregoneria.
La ricchezza di particolari dei costumi e la loro precisione, infatti, rende davvero difficile credere al fatto che spesso questi ragazzi si confezionino i vestiti da soli!
Eppure è così.
Addentrandovi nel Parco Yoyogi, potrete assistere alle esibizioni dei rockabilly: giapponesi vestiti completamente rock che ballano.
Vi prego, provate ad immaginare la scena solo per un secondo.
I giapponesi decorano qualsiasi cosa, dal cartone del latte ai mezzi pubblici, con i più strani e buffi disegni. Ogni cosa viene “addolcita” da questa sfaccettatura così kawaii che sprigiona colore e cattura sorrisi.
Non meravigliatevi se, aspettando il treno al binario, vedrete correre il team delle signore addette alle pulizie completamente vestite di rosa e con una spilla di Minnie attaccata all’altezza del seno.
Detto così fa un po’ ridere, ma in realtà sono molteplici gli studi che sono stati svolti in merito a questa strana usanza. Dopo aver analizzato un campione di riferimento, il cosplay è stato definito un fenomeno sociale troppo spesso volto a mascherare insicurezze e disagi. Sicuramente non è un’affermazione estendibile a tutti i cosplayers ma a me ha fatto riflettere. E a voi?
Quando si dice: l’abito non fa il monaco.