Perchè in Italia i detenuti guadagnano per sè e nel resto del mondo per lo Stato - c'è una soluzione per l'emergenza-carceri usiamola

Creato il 07 dicembre 2014 da Rafaelcoche @El_coche
Ma come si ottiene profitto dai detenuti?
In America avviene che dal canone che lo Stato paga per ogni detenuto è dato dal lavoro sottopagato. Nelle prigioni infatti, si fabbrica equipaggiamento per l’esercito e i prigionieri sono pagati pochi cents l’ora. Questo provoca gravi problemi di concorrenza sleale. Negli USA, una legge prevede che le istituzioni carcerarie abbiano diritto di precedenza nell’assegnazione degli appalti governativi. Ed è cosi che una fabbrica tessile dell’Alabama, dopo aver vinto la gara d’appalto per la produzione di uniformi militar, si è dovuta ritirare perché il penitenziario locale, produce le stesse uniformi (anche se ad un prezzo superiore) e ha diritto di precedenza. Ma la produzione carceraria, non si limita a oggetti militari e comprende anche prodotti per la casa, per il lavoro, medicali e per gli aerei. Le compagnie guadagnano miliardi e i detenuti appena pochi centesimi.
Se in Italia avessero realmente voluto svuotare le carceri, avrebbero potuto utilizzare le migliaia di strutture (costruite e poi abbandonate), mostrate quotidianamente in questi anni, nei servizi televisivi.
Ma questo non avviene, perchè l'unico interesse delle nuove costruzioni non è l'allestimento del carcere ma il solo fatto di avere appalti per nuove costruzioni.
Detto ciò perchè non cominciare a guadagnare dal lavoro dei detenuti e poi con il ricavato gestirne le spese ed avere ancora margine di investimento
Ma per legge il detenuto andrebbe pagato. Legge giusta, direte voi. Legge ipocrita, secondo me. Perché finge di non vedere il fatto che in questo modo i detenuti non ripagano in alcun modo lo stato e la società. Non si tratta di sfruttarli (come gli stagisti, come i callcenteristi, come i neolaureati negli studi di professionisti): ma di dar loro un'opportunità.
Come a Bollate, il carcere modello vicino Milano, dove i detenuti hanno fondato un'associazione per curare un orto, per aiutare i senzatetto... Ridanno qualche cosa alla società, a cui hanno tolto.
Ma Bollate è un'eccezione.
In tutta Italia hanno lavorato solo lo 0,6 % dei detenuti: forse manca l'organizzazione per farli uscire in squadra. Coinvolgendo la polizia carceraria e quella municipale, creando un piano organico, a livello nazionale, per farli lavorare, con una visione politica anche. E non lasciando che sia ogni direttore che affronti il problema a modo suo.
La soluzione sarebbe cambiare la legge per permettere il lavoro volontario. Chi lavora in carcere, guadagna oggi da 150 a 400 euro al mese. Uno stipendio deve esserci, dice la legge. Ma possiamo cambiare le norme, visto che chi va in carcere ed è condannato ha fatto un danno alla società e io istituzione devo cambiarti. Allora potrebbe essere giusto obbligarti a lavorare quasi gratis, concedendo anche uno sconto di pena e trattenendo parte dello stipendio per le spese di mantenimento in carcere. Lo sconto di pena fa paura? Oggi esci prima lo stesso, ma oziando tra le mura del carcere, basta non aver fatto nulla.
Ad esempio:
Suben, Austria: ci sono carceri dove si lavora come conto terzisti di aziende locali, oltre a fare lavori di manutenzione. Qui si lavora a tempo pieno e i detenuti sono pagati dai 7-10 euro, ma il 75% dei soldi rimane all'amministrazione, come contributo. Quelli che lavorano all'esterno prendono paghe da 2-3 euro: dopo la riforma del '93 si sono aperti laboratori, per occupare i detenuti. Che imparano un lavoro che poi una volta usciti, diventa il loro lavoro.


In Italia potrebbero essere usati anche per le emergenze invece dei reparti militari e potrebbero fornire un servizio senza aumentare i costi legati all'emergenza stessa, tanto per fare degli esempi:

Il Seveso che è esondato sei volte quest'anno: ma qualcuno ha pensato di usare i detenuti di San Vittore per spalare il fango? Il comune potrebbe usarli, ma non ha fatto nessuna offerta. “C'è un'opportunità da cogliere” dice l'assessore Majorino.
Il centro di Napoli è pieno di graffiti, scritte: anche qui, la manutenzione di strade e facciate dei palazzi potrebbe essere fatta dai detenuti. Sodano, il vicesindaco: “Sono progetti che vanno finanziati”. Non sa che i lavori sono gratuiti, che esiste una legge che permette l'impiego dei detenuti per lavori di pubblica utilità.
Roma: alle casse del comune mancano 550 ml, le strade sono dissestate, le periferie sono in degrado. Perché non si usano i detenuti dei cinque carceri?

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