E così, in mancanza (solo in questi giorni, non illudetevi) di un indice Mib troppo negativo, di uno spread a 500, di un’inflazione prossima alla doppia cifra (ma non Vi illudete, ci arriveremo) e di altri mirabolanti indici di questo o quello, approfittano della nostra anestesia-celebrale-perenne che ci impedisce di andare oltre al titolo e ci propinano da venerdì lo stillicidio delle cifre riguardanti la disoccupazione giovanile:
Per carità, non che quello della disoccupazione si tratti di un non-problema, tutt’altro ma… come??
Disoccupati in età compresa tra i 15 e i 34 anni???
“Forse ricordo male” mi sono detto eppure oggi, cercando in rete, ho avuto conferma che “il numero degli anni di istruzione obbligatoria è stato innalzato a dieci anni e, conseguentemente, l’età minima di ammissione al lavoro è innalzata ai 16 anni” e quindi il quesito é lecito:
perchè l’Istat inserisce nel conteggio dei disoccupati anche coloro che che occupati non dovrebbero esserlo?
Se qualcuno mi riesce a fornire una spiegazione gliene sarò infinitamente grato.
Intanto, come diceva un famoso telecronista televisivo (Rino Tommasi), con permesso io i 14-15enni nel mio personalissimo cartellino li continuo a considerare come studenti, magari “mancati” e nulla più.