Perché la gente non legge?

Da Marcofre

Mentre tutti si scandalizzano perché le persone non leggono, pochi hanno voglia di provare a mettere giù qualche riflessione (senza molte pretese, sia chiaro), sul motivo che le induce a stare distante dai libri (sia cartacei, che elettronici). E invece si mettono in campo strutture, idee, giornate, iniziative, che hanno un indubbio vantaggio: fanno capire alle persone che non leggono che è meglio restare distante da librerie e libri.
Ritenere che costoro siano beoti da riempire di luoghi comuni, frasi fatte (“La cultura migliora!”), può affascinare solo… i beoti letterati.

Non ho tempo per leggere

Avanti, riconosciamolo. La gente non ha tempo. Forse potrebbe, dovrebbe organizzare meglio il suo tempo? Certo, ma solo se qualcuno glielo insegna, e se trova una buona ragione per farlo. E poi, una volta che ha organizzato meglio il proprio tempo… va a pescare.
Oppure: non ha proprio tempo. È chiaro il concetto? Diamine: c’è gente che lavora di notte, e passa la giornata a riposare e a fare dell’altro.
Altra gente che si alza alle 5 del mattino, si fa 50/100 chilometri per recarsi al lavoro, e si fa le sue 8 ore di lavoro a 1000 euro al mese. Davvero qualcuno pensa che alla sera, o nel fine settimana, questi individui, con famiglia, abbiano poi il tempo di leggere?
Ho una notizia da dare: per noi la vita è una specie di Disneyland. Scriviamo post su come diventare popolari, su come si scrive un romanzo, un racconto, eccetera, eccetera.
Per un sacco di gente non lo è affatto: è stare in trincea. Ho più rispetto per costoro che per Dostoevskij (e se mi leggi da un po’ di tempo, sai quanto io ami il buon Fedor, giusto?).

Non mi piace leggere

E già: c’è un sacco di gente che non ama leggere. È un problema? No. A me non piace l’heavy metal, quindi cosa significa? Che non mi piace l’heavy metal.
Fine.
Piantiamola una buona volta di credere che se una persona non legge, allora è un razzista, un fascista, e altre cose di questo genere. Significa avere un’idea miserabile dell’essere umano, che è ben più complesso di così.
Siamo tutti figli di professori, vero? I nostri nonni e bisnonni, hanno frequentato le migliori università, ma mettevano la “x”, quando c’era da firmare, per confondere le acque.
I disastri finanziari di questi ultimi anni sono il risultato di uomini e donne istruiti, che amano leggere. Di gente che ha rovinato le economie di interi Paesi e poi è andata a teatro ad ascoltare “Il trovatore” di Verdi. Poi si è intrattenuta col maestro Riccardo Muti e ha sottolineato, sempre col maestro Muti, le influenze della musica di Verdi sui contemporanei; e tutto questo con grande competenza.
Ci sono persone ricchissime, che amano leggere, e spendono denaro per aprire musei e biblioteche; ma evadono le tasse.
Ah: l’arte esiste grazie ai ricchi, non ai poveri.

Leggere non serve a niente

Ma è vero!
Cosa dici? Se leggi hai le redini della tua vita in pugno? Sicuro: poi arriva un tipo che in televisione si tira giù le mutande (se è una signorina: mostra il generoso apparato mammario di cui è fornita, forse anche grazie alla chirurgia estetica), e diventano l’idolo delle folle. Però tu, mi raccomando, tieni in pugno le redini della tua vita, eh.
L’utilità è un concetto tipico delle banche, è la loro ideologia. Se la lettura deve essere utile, significa che quella ideologia ha stravinto. Ci sarebbe da chiedere alla gente che parla di “utilità della lettura” perché poi vada a protestare contro la loro mamma: la banca. Ma immagino che sia una domanda troppo complessa per costoro.
La lettura deve essere un piacere in sé, e basta.
Io leggo perché non serve a niente. Perché è un piacere in sé, e basta.

Leggere non è interessante

Davvero stai leggendo questa parte del post? Bravo/brava! Perché siamo arrivati al nocciolo della questione (che non è solo il titolo di un romanzo di Graham Greene).
Per molta gente quello che io scrivo nei miei racconti non è affatto interessante; e fin qui ci siamo. Ma anche quello che riempie i buoni e sani salotti televisivi non è affatto interessante.
Innanzitutto perché lì dentro si trova quell’altra simpatica gente che sferza e critica i non lettori. Per quale ragione dovrei trovare interessante qualcuno che mi apprezza solo se faccio quello che, secondo lui, è bello e buono?
E le storie? Eh… Di solito le storie che vanno per la maggiore (a parte le Sfumature, ma quelle giocano, e vincono, facile), sono solo dei trattati. Io so come funzionano perché facevo proprio in quel modo, un tempo. La storia è solo un pretesto per illustrare le proprie idee illuminate nonché illuminanti.

Io ti porto la luce, o bifolco! Che fai, arretri? Ti schermi gli occhi? Bifolco!


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