“Papà, ma andiamo alla partita?”“No”.“Ma io volevo andare”.“Lo so, anche io sarei voluto andare”.“E perché non possiamo?”“Stasera la partita sarà a porte chiuse”.“Che significa?”“Che nessun tifoso potrà entrare”.“E come fanno a fare una partita senza spettatori”.“Infatti è una cosa tristissima”.
“Ma tu me lo avevi promesso”.“Lo so, ma non ci posso fare proprio nulla. E’ una decisione della FIGC”.“E chi è?”“La Federazione che organizza e controlla il campionato di calcio in Italia”.“E noi non glielo possiamo chiedere se ci fa entrare solo a noi?”“L’ho già chiesto, ma è praticamente impossibile”.“Uffa, però io volevo andare”.“Mi dispiace, però per ora è meglio così”.“E quando possiamo andarci?”“Quando allo stadio si potrà arrivare anche mezz’ora prima perché hai il posto numerato e non c’è rischio che qualcuno se lo freghi, quando non saranno introdotti botti illegali che, esplodendo, ti facciano girare la testa, quando i bambini non saranno costretti a fumare marjuana passiva, quando non mi romperanno le scatole sul tappino della bottiglietta d’acqua, quando i violenti verbalmente e fisicamente saranno accompagnati alla porta immediatamente…”“Ma la porta non è chiusa?”“Meglio, così ci vanno a sbattere e se lo ricordano che si devono comportare bene”.“Io però mi comporto bene, perché non possiamo andare?”“Perché quelli grandi che comandano non sono grandi abbastanza"."Papà, però tu sei grande e comandi"."Sì, ma ho sempre l'organo di sorveglianza che mi controlla"."Allora chiedo a mamma se possiamo andare allo stadio"."Bravo, hip hip hultrà!"