Ma leggere fa davvero bene alla nostra salute psico-fisica. È quello che affermano una serie di studi secondo cui gli effetti benefici si svilupperebbero almeno in quattro direzioni.
La prima riguarda la capacità di stabilire empatia con gli altri; leggere narrativa con regolarità aiuterebbe sensibilmente la capacità di comprendere situazioni di natura sociale e persone anche molto diverse da noi.
La seconda, a dire il vero non sappiamo quanto scontata, c’entra con il fatto che chi legge molto, scrive meglio. Forse ognuno di noi potrebbe mettere sul tavolo un po’ di controesempi.
La terza direzione di miglioramento concerne la memoria e la concentrazione: l’atto della lettura impegna il nostro cervello in maniera più intensa e armonica, e farlo con regolarità aiuta a individuare e tenere a mente meglio le informazioni che un testo ci offre.
La quarta e ultima, discutibile anche questa, riguarda un presunto maggiore engagement di chi legge a livello sociale e culturale. Sarà vero? In effetti, se ci si riferisce al nostro Paese e a quanto poco si legge, sembrerebbe valido come ragionamento.
Forse il rischio che si corre quello opposto: magnificare eccessivamente la lettura a dispetto delle altre forme di intrattenimento e informazione. Per una volta, si potrebbe “predicare” un accesso combinato e intenso a ogni forma mediale; è il caso di correre questo pericolo, cioè quello di allargare a dismisura i confini.