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Perché Marino ci vuol lasciare in eredita una Festa della Befana di Piazza Navona regalata per 10 anni alle solite cricche?

Creato il 29 ottobre 2015 da Romafaschifo
Perché Marino ci vuol lasciare in eredita una Festa della Befana di Piazza Navona regalata per 10 anni alle solite cricche?

Siamo all'epilogo e quello sta succedendo sarà irreparabile. Il sindaco è in altre faccende affaccendato, l'assessorato al commercio ha provato a metterci una pezza ma si è visto respinto sia da Alfonso Sabella (la faccenda è di competenza del Primo Municipio e non si può immischiarsi più di troppo) sia dalla Giunta del Primo Municipio stesso che pur di difendere l'indifendibile di un bando costruito su misura per cricche e lobbies ha preferito rompere i rapporti perfino personali con la brava assessora Leonori (poi ci spiegate, finita l'esperienza Marino, quando ci ricapita un assessore così eh!) la quale si trova attualmente con le mani decisamente legate, condannata a poter solo guardare lo scempio che si sta compiendo. 

E quindi si va avanti (anzi indietro) tra forzature, colpi di mano e blitz. Ignorando bellamente le indicazioni che erano venute perfino dal sindaco dopo che sul bando-truffa di Piazza Navona sollevammo il problema qualche settimana fa: il Primo Municipio è convinto di voler regalare la Festa della Befana ai soliti che l'hanno sempre gestita, mortificando la meritocrazia, umiliando imprenditori, commercianti e artigiani di qualità, voltando le spalle alle prescrizioni giunte perfino, come dicevamo, dal primo cittadino dopo settimane di pressioni da parte di mezza città, categorie incluse. Approfittando, in definitiva, della situazione di totale caos in cui versa l'amministrazione si sta facendo carne di porco. Sono i primi risultati della cura Renzi-Orfini sulla città: le bande tornano a spartirsi la ciccia, tornano a mungere la vacca.

Il sindaco aveva chiesto espressamente di nominare un esperto di chiara fama a presenziare la giuria che seleziona la qualità degli espositori che si aggiudicheranno per 10 anni la possibilità di esporre in fiera. Il Municipio se n'è infischiato totalmente. All'apertura delle buste è stato scelto in fretta e furia un dirigente qualsiasi, proveniente dal V Municipio, una persona che neppure aveva letto il bando, che neppure aveva sentito parlare dell'assai complesso disciplinare di qualità pubblicato dopo le nostre proteste ad integrazione del bando e scritto espressamente per essere compreso e compulsato da una persona del settore. Chi sta in queste ore valutando le buste e compilando la graduatoria non è un tecnico ed esperto del settore come aveva chiesto Ignazio Marino.

Le famiglie detentrici storiche delle concessioni - quelle che hanno distrutto la festa trasformandola in una kasbah fetente come ce la ricordiamo negli anni passati e come per fortuna non si è svolta lo scorso anno - da par loro si sono mosse in maniera militare. Come di consueto. Domande mandate tutte insieme, tutte con richieste per più posizioni, tutte afferenti a parenti, cugini, fratelli. Tutte spedite con un orario addirittura precedente all'apertura degli uffici postali nel primo giorno utile per le spedizioni (le 8.20 dell'8 ottobre scorso). Il tutto per poter battere sul tempo gli altri visto che a parità di anzianità si sarebbe proceduto a conteggiare per ordine di arrivo della raccomandata. 

Sulle prime domande aperte (l'apertura delle buste lo scorso 26 ottobre è stata pubblica, aperta a tutti) non ce n'era una regolare. In tutte mancava della documentazione. Invece di annullare la partecipazione, la commissione ha dato a tutti "48 ore di tempo per integrare". Una procedura regolare? Una procedura che garantisce la par condicio? Una procedura che tutela chi invece ha provveduto a spedire tutto in maniera regolare e corretta magari investendo in consulenti e professionisti? Rispondete voi. 

Ma a quanto alcune fonti ci riportano, moltissime partecipazioni non rispettavano i dettami stringenti del disciplinare di qualità: si dovevano presentare fatture dei fornitori per assicurare di fornirsi da realtà di alta qualità, e invece sono arrivate cose impapocchiate, messe insieme alla bell'e meglio, autocertificate. Chi tutela i commercianti che davvero hanno dei fornitori di alta qualità? Prodotti riciclati per gli artigiani? Si, come no: qui al massimo girano prove d'acquisto da Ikea e da Leroy Merlin, questa è la merce che poi viene rivenduta a caro prezzo ai frequentatori della festa "rivoluzionata" dal "buon governo" del Primo Municipio. Un bel regalo ai pellegrini del Giubileo che quest'anno saranno a Roma sotto Natale. Tra l'altro con una confusione creata ad arte tra materiali "riciclati" e materiali "riciclabili". Cose ben diverse. Ma il livello di alfabetizzazione dei concorrenti non deve far sorprendere su certi pasticci lessicali e semantici.

La commissione ha fatto sostanzialmente passare tutte le domande salvo un paio palesemente prive di ogni requisito: un rapido accesso agli atti sarà sufficiente, per qualsiasi ricorrente, per bloccare tutto se sarà vero quanto ci viene riportato. Domande incomplete si sono trasformate in domande corredate da documentazione varia. In moltissimi casi la documentazione riportata non ha nulla a che spartire con quanto richiesto dal bando e dall'allegato disciplinare che è stato scritto esattamente per mettere fuori gioco cialtroni e operatori di scarsa qualità e che invece a quanto pare rischia di essere ignorato pur di rendere facile la vita ai gruppi di potere dei soliti noti che da decenni si divorano la città mettendo in fuga merito e qualità e che hanno intessuto la loro potentissima ragnatela di relazioni nel Primo Municipio e in molti altri.

Naturalmente ci auguriamo di sbagliarci e che la graduatoria che uscirà (molto probabilmente) domani potrà significare una vera svolta per Piazza Navona, marginalizzando la pessima imprenditoria e premiando per una volta le proposte di qualità (ammesso che, con quel bando-truffa, qualche operatore di qualità abbia provato a partecipare). La sensazione, dalle tante segnalazioni che affluiscono alla nostra casella e-mail, è inversa: ci sarà una graduatoria con i soliti noti cui sarà regalata Piazza Navona per altri 10 anni. D'altro canto con un Primo Municipio tradizionalmente - a livello politico e a livello amministrativo - impegnato a garantire gli interessi delle lobbies e una amministrazione distratta non ci sarebbe da sorprendersi. 

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