Perchè Max Payne (2008) è un pessimo adattamento di un videogioco

Creato il 21 novembre 2013 da Fabioeandrea

A parte la premessa (il lutto del protagonista e alcuni personaggi il cui spirito viene abbondantemente tradito cambiandone praticamente ogni elemento caratterizzante, tenendone solo i nomi) mancano quasi tutti i personaggi della malavita newyorkese e i killer a pagamento, ma soprattutto manca la setta massonica, Alfred “il Guercio” Woden e la vera Nicole Horne, l’antagonista.

Oh si, cari spettatori, la trama univa mafia, industria e massoneria.

Non lo sapevate?

No?

Questo perchè avete visto un “non adattamento”, un film che prende il titolo e come spunto per la sceneggiatura le due-righe-due trovati sulla confezione del cd del gioco per poi andare completamente per i c***i suoi.

Non ci sono le metaforone (Max che non spara continuamente metafore è come Jeff Stryker senza la sua famosa “dote”), non ci sono gli avvenimenti portanti della vicenda nè i personaggi che la mettono in moto, nel gioco.

Se non fosse per un buon senso estetico esibito dal regista (John Moore, quello al quale la Fox si rivolge quando nessun altro è disponibile), odierei anche lui per aver finto di adattare Max Payne per il grande schermo.

Mi limito a odiare lo sceneggiatore svogliato Beau Thorne, invece.

Il film funziona (per quanto non abbia certamente grandi pretese) e il mio collega Fabio in questo concorda con me, ma come adattamento è difettoso.


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