Magazine Diario personale

Perché mi batterò per te con un esercito di idraulici, condomini, dentisti, rompipalle e bottegai

Da Iomemestessa

Che poi, una trascorre la vita a prendere a testate i soffitti di vetro professionali, per essere poi bellamente sconfitta sul piano della quotidianità.

Che lì, non c’è assertività che tenga. E neppure abbigliamento. Puoi andare vestita come la regina del celebrità o come una taglialegna, ma la sostanza sempre quella é.

Su certe cose la femmina viene considerata, invariabilmente, cretina, altro che coni gelato.

Il podio delle ultime settimane.

1. L’autoricambi.

‘Scusi ha il refrigerante per circuiti xy?’ ‘Perché? A cosa le serve?’

Per berlo. E’ un modo creativo di suicidarsi, in effetti. Oppure per farmici una lavanda intima. Ho finito l’infasil.

‘Per metterlo nel radiatore, evidentemente. Me ne serve una bottiglia ed è il prodotto che sto attualmente utilizzando nel radiatore medesimo’.

Radiatore che si dà il caso che da un paio di giorni attraverso una simpatica spia accesa mi segnali ad intermittenza che, o faccio il rabbocco o il motore potrebbe allegramente fondere.

‘Ma lei lo sa dov’è il radiatore?’

Oh cazzo. Che incubo. Ma vendimi sta fottuta bottiglietta. Poi anche se la uso per condire l’insalata, a te, chettefrega, in fondo.

‘Dov’era l’ultima volta in cui ho rabboccato il liquido immagino’

Alla fine ha ceduto, vendendomi (preciso, vendendomi, mica regalandomi) la bottiglietta. Che mi ha consegnato manco fosse il Sacro Graal. E pensando in cuor suo che, delle due, l’una. O stamattina mi vedeva in prima pagina, con la foto dell’auto esplosa e l’indicazione una prece, oppure, indipendentemente dalle apparenze, dovevo essere un travestito. Che certe cose, diciamolo, suvvia, solo gli uomini, o, almeno, quelli che lo furono.

2. Il caldaista

Schiatta la caldaia. Magno gaudio. Venerdì mattina l’Uomo era in ben altre faccende affaccendato, tal per cui del caldaista me ne debbo occupare io. Arriva in ritardo stratosferico. Roba che lo facessi io coi clienti verrei presa a calcinculo da qui all’eternità. Ma vabbé. Il caldaista lancia uno sguardo alla caldaia e propone un’arzigogolata soluzione tecnica che include il montaggio di una valvola di decompressione.

‘Ma non si preoccupi signora, che lo so io quel che devo fare’. Lo stoppo. ‘No guardi quel che deve fare è riparare la caldaia lasciandola nelle condizioni in cui gliela sto consegnando. Se non è in condizione di farlo me lo dica subito (almeno poniamo fine alle reciproche sofferenze, penso tra me)’. ‘No, ma signora, non si preoccupi. IO so quel che devo fare.’

Mi rompo i coglioni all’istante. ‘No guardi, l’obus che vuole applicare (che lo so di che parli, mio bel baggiano) lo so anch’io che FUNZIONA. Per carità, mica lo discuto. Il problema è che la caldaia è nuova di pacca. E se lei mi applica un obus, varia le condizioni di integrità del prodotto venduto. Per cui noi ci fottiamo miseramente la garanzia di 2 anni da parte del fabbricante. A meno che l’impresa per cui lei lavora non sia disposta a sottoscrivere una garanzia a parte, visto che la manomissione è opera vostra’.

‘Ma senza obus ci metto tutta la mattina. Mi tocca smontare tutta la caldaia’. E ti pare che se era una cazzata chiamavo te, bel pistola. Ce lo facevamo noi e mi risparmiavo pure la sofferenza di questa conversazione.

Ovviamente la caldaia funziona perfettamente, adesso. E altrettanto ovviamente senza obus.

3. Il ferramenta

L’uomo, l’avrete capito, delega volentieri a me tutte la cacature di cazzo che si ribaltano sull’allegra famigliola. In attesa che cresca la nana, e io possa sbolognarle a lei (e si sappia sin d’ora che lo farò, perchè nella vita prima ini ad allenarti, meglio è)

Dobbiamo aggiungere ripiani e piantane alla scaffalatura metallica del garage. Che come accumuliamo noi, nessuno mai. Sembriamo quelle famiglie da reality, accumulatori seriali o giù di lì.

Dopo averlo detto tipo ventisette volte all’Uomo, mi sfrango le palle (sì, lo so, non si fa, mia madre, un’altra che s’è fatta fregare a vita, me lo ripete ogni volta) tiro giù tutti i sedili della mia macchina più un paio di quelli del vicino e parto alla volta del ferramenta.

Mi servo da sola. Chiedo poi dei tiranti metallici, per fissare la scaffalatura senza che resti sbilenca, ma tassellando il m inimo il muro. Anzi utilizzando i tasselli già inseriti. Che il muro è in cemento armato. Non che il cemento armato non sia tassellabile, pur vero. Ma con la tecnologia di cui disponiamo noi, l’ultima volta l’uomo ha, nell’ordine, fuso tre punte, rimediato uno strappo muscolare e dei tremori da parkinson che son spariti solo dopo otto giorni. Senza contare l’ansia da perforazione del tubo condominiale, che anch’essa ha un suo perché. E quindi, magari anche no.

Altra discussione di mezz’ora per ottenere quanto avrei regolarmente pagato. E comunque senza che nessuno si sia peritato di caricarmelo in macchina, l’acquista, che, va da sé, sei rincoglionita quando parli, essendo donna, ma la cavalleria di caricarti in macchina tutta quella roba col cavolo. Che non è che una pretenda, eh, sia chiaro. Però se proprio devi trattarmi da idiota, almeno aiutami.

Ecco. Poi uno dice la parità dei sessi. Sabato sera, dopo il match col ferramente guardavo la nana e pensavo. ‘Ragazzina, la parità dei sessi la raggiungeremo quando, entrando dal meccanico, dal ferramenta, dall’idraulico ci presteranno la medesima attenzione di quando entriamo dal verduriere.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :