Perché migliorare una performance non vuol per forza dire vincere!

Creato il 14 settembre 2014 da Sdemetz @stedem

Cosa vuol dire davvero competere per uno sportivo?

In questi giorni é tornato attuale il dramma doping.

Il doping non riguarda solo gli atleti. E non riguarda solo una gara. E la filosofia dello sport può insegnare molto sia agli atleti, sia ai manager, non solo sportivi. E’ questo il succo di una mia riflessione che ho postato su facebook animata dai titoli dei giornali sul caso Schwazer.

Qualora vi interessasse, questo é il link che vi porta dritti dritti al post facebookereccio, e qui sotto ne trovate la trascrizione.

(La foto qui aggiunta invece l’ho cercata apposta per il blog. La scattai alcuni anni in un bosco e mi pare perfetta metafora di cosa accade a chi scivola nella trappola del doping.)


Per i filosofi dello sport, l’atleta, oltre che gareggiare, gareggiando diventa uomo.
Sviluppa muscoli, ma anche coscienza di sé.

L’atleta che fa uso di doping, invece, gareggia e basta e dunque non fa sport, perché il sé è un bene interno dello sport. Magari vince, migliora la performance, ma non migliora sé stesso in quanto uomo. E dunque – anche se vince – perde perché tradisce le regole e sé stesso.