Magazine Informazione regionale

Perché non ci dite il perché? La morte del PD a Roma e come la racconteranno i libri di storia

Creato il 30 ottobre 2015 da Romafaschifo
Perché non ci dite il perché? La morte del PD a Roma e come la racconteranno i libri di storiaTra 40 anni, quando i nostri nipoti leggeranno sul sussidiario di scuola la storia di Mafia Capitale, la questione sarà raccontata come qualcosa di ben più ampia di come la percepiamo oggi, un periodo, una fase storica, come un evo storico. E in questo medioevo i giorni che stiamo vivendo da qualche settimana a questa parte saranno narrati come cruciali. La manovra di palazzo e la macchina del fango che ha estromesso dal Campidoglio un sindaco democraticamente eletto saranno dettagliatamente tratteggiate; un commissario di partito che a luglio dichiara, per rispondere al Movimento 5 Stelle, "chi chiede le dimissioni di Marino è sulle stesse posizioni della Mafia" e poi a ottobre chiede lui stesso le dimissioni del sindaco sarà protagonista assoluto.

Questi giorni saranno narrati dai libri di storia come parte integrante di Mafia Capitale, come uno dei tanti passaggi criminali della vicenda di malavita così denominata. Non perché Marino sia l'alfiere della legalità e il PD il partito dei delinquenti, ma al di là dei ruoli (che comunque non si discostano troppo da questo cliché) per le modalità con cui i fatti sono avvenuti e per la totale mancanza di trasparenza. Mafia Capitale non è qualche ruberia da pochi milioni di euro da parte di Buzzi&Carminati, Mafia Capitale è qualcosa di più e oggi ci stiamo dentro. Oggi abbiamo vissuto un passaggio storico che finirà nei libri, tra qualche decennio. Tutto il mandato del sindaco Marino è Mafia Capitale, tutti gli ostacoli al cambiamento in questi ultimi due anni sono Mafia Capitale, il modo con cui il sindaco Marino è stato disarcionato è Mafia Capitale, soprattutto il silenzio e l'omertà del PD sui reali motivi di questa caduta è Mafia Capitale.

Se riavvolgete il nastro indietro nel tempo non riuscirete a trovare, a partire dalle dimissioni rassegnate dal sindaco due settimane fa, una sola dichiarazione di un solo esponente del PD che costituisca un serio capo d'accusa contro Marino. Provate a interloquire con un esponente del PD qualsiasi e chiedetegli: Marino deve andare via, okkay, ma precisamente perché? Otterrete delle risposte esilaranti. "Perché è arrivato tardi ad una riunione importante" (la consigliera Tiburzi, in realtà una specie di pasionaria ultracattolica avvelenata con Marino per le Unioni Civili ha così dichiarato su Repubblica), "perché è incomprensibile" (dice il solitamente incomprensibile Andrea Romano), "perché non ama Roma" (hanno scritto pure questo! Ma Renzi la ama?), "perché ha fatto un po' troppi scivoloni" (Fabrizio Barca, che prima di dire idiozie simili in un'intervista al Fatto Quotidiano era forse la persona più lucida del PD), "non è scattato quel qualcosa con la città" (Roberto Morassut) e avanti così azzeccando risposte che non dicono nulla, che non citano un fatto, che non menzionano un errore (eppure il sindaco ne ha fatti, eccome!). Ieri sera, ospiti da Nicola Porro a Virus, abbiamo assieme a Maurizio Belpietro chiesto in tutti i modi a Stefano Esposito di dirci il perché: non c'è stato modo di ottenere risposta. L'ex assessore ai trasporti ha ripetuto che in realtà la questione degli scontrini è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma questo vaso era pieno di cosa? Zero risposte.

Al massimo puoi avere repliche tipo: "si è rotto il rapporto con la città" o l'immancabile "non ci sono più le condizioni politiche". Ma cosa significa? Ma poi un rapporto con la città non simpatetico è davvero sbagliato in questo momento a Roma? Non è sbagliato affatto: oggi chi amministra Roma deve compiere, se vuole governare bene, delle scelte così impopolari che non può esistere sintonia tra cittadini e chi amministra. Se sei odiato - specie nei primi anni del mandato - significa che stai governando bene, altro che la narrazione del successo renziana.
Sono riusciti a far sembrare ragionevoli gli esponenti di SEL, i quali come è giusto chiedono un banale confronto in Aula per poi decidere se dare o togliere la fiducia al sindaco. Al Campidoglio il sindaco potrebbe ricordare tutte le cose che, secondo lui, egli ha fatto bene; il PD potrebbe elencare invece tutti i motivi (speriamo più concreti di quelli, inconsistenti, che si leggono sui giornali) per cui il sindaco merita di interrompere qui il suo mandato. Non c'è soluzione migliore, ammenoché non ci sia cattiva fede.

Tra l'altro la crisi di queste settimane non è una novità. Il PD ha cercato dal primo minuto di far saltare il sindaco ostacolandolo in maniera goffa. Iniziarono a massacrarlo quando pedonalizzò i Fori, era l'estate del 2013. A novembre del 2014 lo stavano seriamente (seriamente!) facendo saltare perché qualcuno si era dimenticato di rinnovare i suoi permessi della ZTL. Poi lo crocifissero perché faceva troppe vacanze estive, poi perché doveva esserci durante il funerale dei Casamonica (ma perché?), poi perché - effettivamente invitato dall'arcivescovo di Philadelphia e nella speranza, giustamente, di ricomporre il rapporto col Papa guastato per via delle Unioni Civili - andò di nuovo in America e infine per una questione di rimborsi spese pressoché nulla ma che a quanto si apprende oggi  - nella miglior giustizia ad orologeria con tanto di veline spedite a Repubblica, e pure questo finisce nel nostro libro di storia di cui sopra - sarebbe scaturita in una iscrizione nel registro degli indagati per peculato e falso. "Andando avanti così mi avrebbero infilato un po' cocaina in tasca" ha giustamente detto il primo cittadino. 

Ciò che non si capisce è perché il PD non si decida a dire la verità. Semplicemente la verità. Come mai il partito dopo aver candidato un sindaco, ora, dopo soli 2 anni, non lo vuole più? Come mai dopo averlo difeso strenuamente fino a tre mesi fa oggi si arriva a livelli di scontro mai visti pur di disarcionarlo? Il PD non ha fatto mai opposizione durante i 5 anni di governo Alemanno, quando la città veniva consegnata ogni giorno alla criminalità, quando in Campidoglio si aggiravano, e tutti li vedevano, gli Andrini, i Mockbel, i Panzironi, i Carminati. All'epoca non si faceva la mozione di sfiducia, oggi sì. Va tutto bene, ma perché? Volete dirci il perché? Se il PD avesse impiegato contro Alemanno un decimo dell'energia che ha usato contro Marino forse Mafia Capitale non sarebbe esistita, questo racconteranno i libri di storia. E racconteranno il consociativismo che per anni, in nome del denaro, sovraintese al governo della capitale d'Italia. C'era Veltroni e la destra non faceva opposizione, c'era Alemanno e la sinistra non faceva opposizione. Tutti mangiavano. Appena si è rotto il meccanismo è venuto giù il mondo.

E poi se non dici la verità, la gente pensa male è ovvio. Gli elettori romani sono stupidi e impreparati, è vero, ma fino ad un certo punto. E tanta gente sta iniziando a farsi qualche domanda: nessuno, in città, ha capito i veri  motivi che ci hanno portato qui. Molti pensano che il PD sia andato completamente fuori di testa perché Marino è stato il primo e l'unico sindaco che ha osato mettere un minimo (un minimo eh) di bastoni tra le ruote nei meccanismi di collusione, connivenze e clientele che costituiscono a Roma il bancomat di consenso e di denaro del PD non solo romano e di tutti gli altri partiti. Non è che Marino sia un eroe, non è che abbia fatto chissà cosa. Ma semplicemente era difficilmente prevedibile, difficilmente regimentabile e non riusciva ad entrare in sintonia con il PD romano che grazie al malaffare e alla malagestione lucra e campa di rendita da decenni. Esempio: "Se approvi il bilancio della città in tempo, caro Marino, poi finisce" pensa un ipotetico PD "che i dirigenti che abbiamo piazzato nei dipartimenti e nei municipi non possono più lavorare in emergenza dando incarichi diretti a ditte amiche, va a finire che bisogna pianificare e dunque siamo obbligati a fare regolari bandi di gara; ma lo sai, Marino, che così andiamo tutti falliti? Ma non vedi che sono 25 anni che non viene approvato il bilancio nei tempi e si procede buttando tutto nella caciara delle emergenze? Ci sarà un motivo no?". Questo è quello che stanno pensando sempre più cittadini quando si riferiscono al Partito Democratico; stanno pensando che il PD sta cacciando Marino perché Marino costituiva un ostacolo alle solite ruberie che sembrano essere la mission di un partito considerato criminale dai suoi stessi alti dirigenti (Marianna Madia docet, ma pure Fabrizio Barca). Maldicenze? Qualunquismo? Forse: ma allora perché non dire la verità sui veri motivi per cui questo sindaco deve andare via? Perché lasciare spazio alle maldicenze, appunto?

Il PD sta di fatto regalando la città alla Meloni o a Di Battista; ha sputtanato il Giubileo; ha ridotto il suo consenso a percentuali che sono una frazione del risultato elettorale del 2013; ha asfaltato una intera generazione di personale politico che non avrà mai più la credibilità per ripresentarsi di fronte agli elettori. Tutto questo sull'altare della necessità di cancellare Ignazio Marino. Cosa c'è di così grosso dietro a tutta questa storia per cui vale addirittura la pena suicidarsi come sta facendo il PD a Roma, peraltro con enormi rischi a livello nazionale? Naturale che siamo curiosi...

Il PD peraltro ormai non ha nulla da perdere: non esiste a Roma una sola persona onesta disposta a votare il PD, il partito oggi è accreditato tra il 10 e il 15% (gente collusa, interessata, connivente e loro parenti): è di fatto scomparso, invotabile. Arrivati a questo punto potrebbero anche dire la verità: perché deve andare via Ignazio Marino? Come mai lo volete sfiduciare? Perché siete sulle stesse posizioni della destra?

Sta troppo antipatico a Renzi? Vi ostacola nel rubare e senza rubare la politica a vostro avviso non ha senso? Sta massacrando gli ambiti economici - cartelloni, camion bar, stabilimenti balneari, tavolini abusivi - che da sempre vi pagano la campagna elettorale? Cosa ha fatto insomma di così tremendo per scatenare una reazione politica totalmente inedita, mai vista, mai sperimentata, neppure lontanamente immaginata neppure per il sindaco suo predecessore poi finito, senza che questo destasse sorprese, al 416 bis? Perché dobbiamo far dimettere questo sindaco? Sarebbe possibile sapere un tot di buoni motivi, diciamo almeno 10? Non ce lo dicono e non ce lo diranno.

La strategia è questa: omertà, omertà, omertà. Il PD passa così non solo come un partito colluso ma anche come un partito codardo. Un partito che scappa, un partito che fa scelte gravissime e clamorose, meschine e atroci senza prendersene la minima responsabilità. E della codardia fa parte anche il fatto che non si andrà ad elezioni la prossima primavera, toglietevelo dalla testa. E' vero, da una parte, che il PD romano ha dimostrato in passato di poter continuare a fare i propri interessi criminali anche con un sindaco di un altro colore, ma è anche vero dall'altra che il rischio di un sindaco a 5 Stelle è troppo grande e in quel caso il magna magna sarà perfino più difficile che con Marino. E allora? E allora niente elezioni: da una parte c'è la scusa del Giubileo, dall'altra c'è la scusa della legge elettorale delle Città Metropolitane, ancora tutta da fare ma imprescindibile sia a Roma che a Napoli e a Milano. Ciccia per rimandare le elezioni e far lavorare a lungo un mansueto commissario ce n'è eccome. 

Altri codardi? Eccoli. Insultando i cittadini che li hanno votati e hanno scritto il loro cognome sulla scheda elettorale, i consiglieri comunali minacciano le dimissioni (poco importa se le daranno davvero, la minaccia basta e avanza): pur di non confrontarsi, pur di non spiegare, pur di non dire la verità sono disposti a raggranellare gli altri dimissionari che servono per raggiungere il numero di 25 e far sciogliere l'Aula: la verità non si può dire, costi quel che costi, anche allearsi con le opposizioni (imbarazzante che Marchini e i suoi si prestino a operazioni carognesche) e dimettersi all'unisono: magari si dimetteranno assieme al consigliere Alemanno. O chissà assieme al consigliere Bordoni.

Sappiamo alla perfezione cosa significò la gestione Bordoni in uno dei mostruosi gangli di malaffare che sono i cartelloni pubblicitari a Roma, e allo stesso modo sappiamo quanto Marta Leonori, attuale assessore, abbia brigato per far tornare la legalità in quella pozzanghera di camorre e cricche. Ebbene il PD si alleerà con Bordoni per far saltare la Leonori. E' lancinante.

Le riforme della Leonori sono state ostacolate da chi secondo voi? Dalla destra o da rappresentanti renziani della "nuova classe dirigente"? E Piazza Navona, chi la regalerà alle camorre degli ambulanti (la graduatoria potrebbe uscire oggi)? Sempre loro, la "nuova classe dirigente" orfiniana e renziana. Questo è il futuro? Questo racconteranno tra 40 anni i libri di storia quando spiegheranno agli studenti Mafia Capitale, altro che Buzzi&Carminati: quelle son bazzecole al confronto.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog