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Perché non dobbiamo sapere la verità su Napolitano e i rapporti fra Stato e mafia? Enrico Letta grida allo scandalo

Creato il 17 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Dov’è lo scandalo? Insultare e disprezzare la magistratura era dei tempi andati, si credeva. Da qualche mese è un vizio anche del nuovo governo. In uno Stato così immaturo da non riuscire a essere laico come gli altri Stati europei e gli Stati Uniti, c’è da aspettarsi anche che Napolitano Giorgio passi per un santo. Che Enrico Letta ieri a Otto e Mezzo abbia gridato allo scandalo, come hanno fatto tanti altri, perché la Procura di Palermo vuole la verità, preoccupa. Gli anatemi di Scalfari pure gettano ombre su Scalfari da mesi. Napolitano ha firmato leggi assurdi e incostituzionali, come il lodo Alfano, innanzitutto, come la “riforma Gelmini”, del ministro nemico della scuola pubblica, istituzione ancora bombardata dal nuovo governo Monti. Che i presidenti della Repubblica italiani dipendano da accordi politici piuttosto strani e opachi è piuttosto noto. Vengono eletti dai soli politici – ma è una classe politica poco formata e preparata – e non tutelano la Costituzione, cioè le regole di base del diritto e della convivenza civile. La legge De Lorenzo era così in linea con la Costituzione, nel ’92? La Bossi Fini?

Il minore dei drammi inventati da Napolitano, di cui sarà pure stato più l’attore che il regista, è il patriottismo del cinquantenario. L’indipendentismo della Lega è un’idea politica. La Lega poi ne ha combinate di tutti i colori, ma è un principio rispettare le idee politiche e non discriminarle, lo dice la Costituzione. Questo è il minimo. E tutte le leggi di Berlusconi? I decreti d’urgenza, le leggi ad personam? Che cosa non ha firmato Napolitano? Che ora non si debba dire che il presidente della Repubblica non è un monarca assoluto, a legibus solutus, al di sopra della legge, e quindi non si debba indagare sui rapporti Stato-mafia e sulle stranezze di Napolitano e dello Stato, fa paura.

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