Avete presente un bel vestito stracciato che si cerca invano di rattoppare? Bene, immaginate che ognuno ne prenda una parte e decida di rattopparne un pezzo senza alcun criterio se non quello di metterci una pezza. Ognuno penserà di poter rivendicare la bellezza e lo stile della propria toppa, ognuno penserà che la propria sia la migliore e che abbia più diritto delle altre ad essere parte dell’abito. Invano si tenterà di restituire al vestito la bellezza originaria, troppe mani faranno del vestito un guazzabuglio di toppe senza stile.
La situazione della nostra scuola è esattamente quella del malconcio vestito, basta sostituire le pezze con le riforme, le sanatorie, i ricorsi, i sindacati e i vari insegnanti che, in base alla riforma, sanatoria, ricorso di cui hanno o non hanno beneficiato, pensano di essere nel giusto più degli altri e che il proprio diritto acquisito o da acquisire valga più di quello altrui. E’ mancata una visione strategica in tutti gli interventi dell’ultimo decennio. Si è cominciato col tagliare tanto, troppo. Poi il TFA, il concorsone, i PAS, il TFA per il sostegno. Nessuno di questi interventi è stato mai parte di un progetto strategico per la scuola. Alcuni sono stati interventi da spot, in altri casi si è trattato di cedere e concedere un po’ di qua e un po’ di là. Ognuno di questi interventi ha portato con sé strascichi di polemiche. Nessuno è stato davvero risolutivo. Ritornando alla nostra metafora, una pezza dopo l’altro ha ridotto la scuola ad un abito malconcio.
Allo stato attuale, senza una chiara visione strategica e di lungo periodo, l’attivazione di un secondo ciclo di TFA sarebbe solo l’ennesima pezza. Forse accontenterebbe qualcuno ma ancora non sarebbe garanzia di nulla per gli aspiranti tieffini. Soprattutto nessuna garanzia di lavoro considerando i numeri dei nuovi abilitati. Sarebbe anche del tutto improbabile pensare di poter rientrare nella riapertura delle graduatorie del 2014.
Non varrebbe allora la pena avere un po’ di pazienza e pretendere da questo TFA qualcosa di più di un semplice titolo? Innanzitutto che sia decentemente organizzato, giusto per fare un esempio si potrebbero evitare domande ambigue o impossibili nei test preselettivi evitando così la conseguente pioggia di ricorsi. Si potrebbero pianificare meglio i tempi evitando di dover correre perché si sono dati tempi di attuazione improbabili. Si può pretendere che questo TFA sia davvero formativo inserendo in esso la giusta preparazione per le sfide della nostra epoca. E ancora il TFA deve essere legato ad una pianificazione seria di posti disponibili, pensionamenti, nuovi investimenti sul personale. Ma per fare tutto questo il governo deve dare segnali di serietà, in primis dovrebbe cominciare a dare risposte certe sui tempi di attivazione, smetterla di girarci intorno insomma.
Quello per cui ci si dovrebbe davvero battere è una nuova generazione di insegnanti, nuova non in senso anagrafico, ma nel senso di una nuova concezione della propria professione. L’insegnante non può più essere il prodotto di un caos di riforme. Insomma che d’ora in avanti si pretenda il meglio, non delle semplici toppe!
Alessia Gervasi