Perché non mi vergogno di mio padre Fascista

Creato il 07 febbraio 2014 da Ideaoccidente

Non metterò le virgolette attorno alla parola fascista nel riferirmi a mio padre. Chissà, probabilmente dovrei anteporre la particella "neo-", o magari "post-". Forse. In effetti quando è nato lui, Mussolini era morto da qualche anno e non vestì la divisa dei Balilla né tenne in tasca la tessera del Pnf. Ma non credo cambierebbe molto, non a mio padre almeno. Darà probabilmente fastidio ai benpensanti politically correct che al sol pensiero di utilizzare questa parola senza circondarla di un folto alone di significati negativi rischiano attacchi d'ira o, come minimo, hanno la pelle d'oca. La userò così, la parola Fascismo. Libera da sessanta anni di censura progressista che, in nome della democrazia e in difesa della libertà d'opinione, cercò di chiudere le bocche di tanti per imporre un pensiero a senso unico. Ma libera anche da quel velo di vergogna che una parte della "Destra" (questa sì, con le virgolette) ha provato e ancora prova al ricordo del suo passato. Incapace di giungere ad una sintesi che rifugga la nostalgia ed eviti l'abiura.

L'importante, in fondo, è che mio padre non si offenda ad essere definito tale. Ma di questo, ne sono certo.

Ricordo che un giorno a tavola ad una domanda diretta rispose chiaramente: "non avrei nessun problema a definirmi Fascista". Non eravamo soli e l'imbarazzo degli ospiti fu evidente. Sotto i baffi, ridevo. Sapevo che dietro quella parola, forse in quel momento usata in modo provocatorio, c'era un mondo di cose: idee, visioni del mondo e anche azioni. Stia pur tranquilla la Bignardi: mio padre non mi ha mai sculacciato con il manganello né ha cercato di curarmi la stitichezza con l'olio di ricino. Non sono queste le azioni di cui parlo. Non ricordo nemmeno di aver fatto in sua compagnia spedizioni punitive a scuola contro un "collega" (compagno no, per carità) di classe di sinistra. Leggeva Ezra Pound, ma non ha bruciato libri di Augias. No, niente di tutto questo. Mio padre fascista lo proporrei come modello ai miei figli. Mio padre fascista ci ha insegnato a rispettare le opinioni degli altri, ma anche a sostenere con forza ed intelligenza le nostre. Mio padre fascista permetteva a sua figlia di ascoltare tutto il giorno la canzone Rigurgito antifascista dei "99posse". Lo crede possibile, cara Bignardi? Mia sorella è ancora viva, non si disperi.

Non c'è niente di cui vergognarsi, se si ha un padre che non ha remore ad usare quella parola. Sono i fatti a parlare, non le definizioni. E credo che lui, Fascista, abbia da farsi perdonare molto meno di tanti altri che ieri impugnavano le pistole e oggi la penna di Repubblica.

Qualche anno fa tutto quello che era fascista o di destra era cattivo. Ora, tutto quel che c'è di negativo è fascista. Anche un grillino che insulta le deputate piddine. Ma in realtà credo che per papà dietro quella parola, usata appositamente di sproposito nei salotti sinistri per screditare tutto ciò che sta dall'altra parte della sinistra, c'è un pensiero elaborato nel tempo, non immobile, ma che tiene deciso la sua posizione, radicato sugli ideali che hanno guidato la sua vita: Dio, Patria e Famiglia. Orrore, cara Bignardi: mio padre è proprio fascista.

De Lorenzo Giuseppe

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