Un episodio appena visto mi ha suscitato una gran voglia di scrivere…
E’ passata da poco mezzanotte, ero fuori con i miei cagnolini per l’ultimo giro serale, quando vedo nel condominio di fronte una bambina, di circa 5 anni, in bicicletta con i genitori che la guardano e le fanno i complimenti perché ha tolto le rotelline ed è bravissima.
Ora, sta facendo molto caldo, è estate e la scuola è finita e i bambini possono dormire qualche ora in più al mattino, ma è pur sempre una bambina di 5 anni ancora sveglia a mezzanotte passata!
Mi pongo qualche domanda:
Oggi la bambina ha 5 anni, e a mezzanotte ha voluto andare in bicicletta ed è stata accontentata, cosa chiederà a 8 o 10 anni? E a 15?
Soprattutto, oggi non le è stato detto No, cosa “autorizzerà” il genitore a dire No la prossima volta?
Faccio una piccolissima digressione:
Ho appena trascorso una settimana di vacanza in un hotel all’estero, un paese europeo confinante con l’Italia, dove insieme a me erano presenti diverse famiglie con bambini, almeno 2 e alcune addirittura con 3 (i più grandi avranno avuto 10 anni) e a parte non sentire urli e altri rumori di vario genere durante la cena, la presenza dei bambini era discreta anche in piscina.
Non che gli venisse proibito di giocare, anzi, si tuffavano dal bordo, si spruzzavano e nuotavano schizzando con i piedini e le manine, correvano ad asciugarsi come tutti i bambini, ma lo facevano con discrezione e avendo riguardo anche degli altri.
Ma non voglio fare paragoni e allora penso all’episodio cui ho assistito e mi pongo qualche altra domanda, anzi una sola: Perché non siamo più capaci di dire no ai bambini?
Questo pensiero mi fa tornare alla mente un altro episodio, in cui sono coinvolta direttamente.
Sono andata a trovare un’amica che ha un bambino di quasi 6 anni e mi è stato chiesto di trovare, scaricare ed impostare come suoneria per il cellulare, una canzone che piace al bambino.
Ho chiesto “Per il suo cellulare?”. Risposta “Si”. E di rimando “Digli che non si può, è ora che il tuo bambino impari che non può avere tutto quello che chiede!” (ho risposto così perché un mesetto fa, ho caricato sul cellulare della mamma una canzone che piaceva a suo figlio e che quindi doveva essere impostata come suoneria)
E la mamma “Poverino, dai gli piace!”.
Poverino no! Un bambino a 6 anni NON deve avere il cellulare.
E’ giusto che si pongano dei limiti e che qualche volta si dica no.
Cosa succederà quando da adulti, questi bambini, non potranno permettersi una cosa o non potranno fare qualcosa? Ci siamo domandati cosa porterà in futuro tutto questo permissivismo?
Non è certo accontentandoli in tutto e per tutto che si crescono meglio i figli e non è certo dandogliele tutte vinte che si esce dal senso di colpa provocato dalla scarsità di tempo che si passa con i propri figli!
Non voglio assolutamente criticare, ma mi pongo semplicemente alcune domande e faccio alcune considerazioni.
I bambini che hanno tutto quello che chiedono, come saranno da adulti?
Soprattutto conosceranno il valore di quello che hanno?
Ci penso spesso perché mi sorge spontanea una riflessione, i bambini chiedono e ottengono, non esiste nemmeno più l’attesa. Una volta si domandava per Natale o per il compleanno o perché si era stati promossi, per un bel voto io ottenevo un gelato o un vestitino nuovo per la Barbie (mangiavo più spesso il gelato però!), per la promozione il diario per l’anno successivo, ancora oggi mi domando era proprio un regalo? ;-P
Oggi tutto è dovuto e subito “voglio quello!”.
Qualche settimana fa chiacchieravo con la vicina e suo figlio “Mamma, ti ho detto vieni qua!”, 4 anni, e lei “Arrivo! Devo andare”. Sono rimasta sbigottita.
Ok non stavamo parlando di come salvare il mondo, si stava solo chiacchierando, ma è stato il modo in cui il bambino si è rivolto alla mamma e la sua sottomissione a lasciarmi senza parole.
Ho scritto diversi articoli su cose che mi sono capitate quando ero educatrice e cose che ho visto, mi sono posta diverse domande e ho fatto varie riflessioni, l’ultima che mi sorge ora è: Certi comportamenti danno fastidio solo a me?