Perché studiare manga con un insegnante se posso imparare da solo?

Creato il 23 aprile 2013 da Luccamangaschool @luccamanga

5 motivi per studiare con un insegnante.

Ovvio che qui parliamo di manga, e quindi di insegnanti di manga, ma la stessa opinione la scriverei in un blog che trattasse di sci, canto, o qualsiasi altra disciplina.

 

A cosa serve un insegnante? è una delle domande che ci sentiamo ripetere partecipando agli eventi, ma anche su Facebook e negli altri social.

Spesso invece della domanda arriva l’affermazione “io non ho bisogno di insegnanti”, o anche, “io non ho avuto bisogno di insegnanti”, il che sottintende: ho già imparato tutto.

Rispetto le idee altrui, ma queste affermazioni mi trovano del tutto discorde per i seguenti motivi:

  1. L’ insegnante ci fa risparmiare tempo.Studiando da soli perdiamo moltissimo tempo nel reperimento del materiale sul quale studiare. Inoltre, dovendo ancora imparare, non siamo in grado di valutare l’effettivo valore del materiale sul quale studiamo, e questo provocherà a) ulteriore tempo perso e b) il rischio di interiorizzare dei difetti che dovremo poi inevitabilmente correggere.
  2. L’insegnante ci motiva. Studiando da soli dovremo superare degli ostacoli che metteranno a dura prova la nostra volontà. L’insegnante sa come frazionare questi ostacoli e ce li presenterà per gradi, rendendoceli accessibili.

  1. L’insegnante “tira fuori” le nostre capacità. E’ vero che possiamo metterci alla prova anche da soli, ma spesso non sappiamo nemmeno cosa provare, lasciando molti campi inesplorati. Mi viene in mente il figlio di mia cugina che voleva a tutti i costi studiare il pianoforte. Il suo insegnante insistette per fargli provare il flauto. Adesso è un flautista famoso e fa tournée in tutto il mondo.
  2. L’insegnante ci fa risparmiare soldi.Sembra una contraddizione dato che le lezioni si pagano e lo studio da soli no, ma con un insegnante raggiungeremo i nostro obbiettivi in tempi più brevi e potremo poi metterli a frutto.
  3. L’insegnante ci “toglie la patina”. Io chiamo così quella sensazione che provo davanti ad un autodidatta, che sia un cuoco, cantante o allevatore di cavalli. L’autodidatta si vede. Il suo smalto è come coperto da una patina, è come una foto fuori fuoco. Da insegnante di italiano per stranieri vi dico che riconosco subito tra i miei studenti quelli che hanno studiato in un corso e quelli che hanno imparato da soli: questi ultimi parlano con costruzioni assurde, magari anche dialettali imparate dal tutorial in internet (che ne sanno se quello che parla ha una cadenza siciliana o americana, o magari tutte e due?), quando poi non parlano come Dante Alighieri (se è il padre della lingua italiana, chi meglio di lui ce la può insegnare?). Al di là dell’inevitabile effetto comico che suscitano, vi assicuro che per loro, correggere i difetti acquisiti inconsapevolmente, non è facile.

 

E adesso siate sinceri: quanti di voi hanno comprato materiali per l’autoapprendimento? Quanti di voi sono arrivati in fondo al manuale o al videocorso o ai CD acquistati?

Pensiamoci su.

Lorenza Bevicini per Lucca Manga School


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