Il rischio che la debolezza economica in Italia, suo secondo più grande cliente per
l'esportazione dopo la Germania, potrebbe colpire la crescita e si aggiunge alle già citate preoccupazioni. Mentre il governo ha iniziato a far tagli alla spesa addizionale e aumenti delle tasse, attuando provvedimenti per limitare il rischio delle banche, non è riuscito però a mettere un freno all'indebitamento del paese.
I legami austriaci con l'Italia si sono trasformati in un altro potenziale fattore di rischio. I prestiti delle banche austriache per i mutuatari italiani è 24,4 miliardi dollari, secondo i numeri della BRI. Il secondo più grande creditore di Vienna è di proprietà della banca italiana UniCredit SpA, che ha divorato il 7,8% delle esportazioni in Austria nel 2010, cioè la seconda quota maggiore dopo la Germania.
Inoltre le banche austriache sono i maggiori finanziatori della parte ex comunista d'Europa, avendo prestato all'incirca 266 miliardi dollari, vale a dire il 70% del prodotto interno lordo del paese. Mentre sono redditizi nella maggior parte dei paesi, in Ungheria le perdite sono in aumento, il cui governo ha imposto il fisco più alto d'Europa, costringendo le banche ad ingoiare le perdite del loro debito su valuta estera.
Per questo motivo il WIFO (Österreichisches Institut für Wirtschaftsforschung) istituto di ricerca di Vienna, ha recentemente tagliato le sue previsioni di crescita 2012 , causa gli ultimi tagli di bilancio del governo, con previsione verso l'alto della disoccupazione. Rivede anche il prodotto interno lordo in crescita dello 0,4%, in calo rispetto alla previsione fatta lo scorso settembre dello 0,8%. fonte