Perché vi fanno tanta paura due uomini o due donne che si amano?

Creato il 12 febbraio 2016 da Freeskipper
di Antonio Menna. Ma che vi ha fatto l’amore? Perché vi fa così tanta paura l’amore? Lo domando a Giovanni De Paoli, il consigliere regionale ligure della Lega Nord, che prima avrebbe detto che se avesse un figlio gay, lo butterebbe in una caldaia e gli darebbe fuoco,
poi ha smentito, senza rinunciare a definire l’omosessualità, un vizio inguaribile. Un vizio che si chiama amore. Ma perché vi fa tanto paura questa parole semplice? Forse perché ci mette allo specchio, ci rende vulnerabili, o forse troppo umani? Cos’è l’amore tra due maschi o tra due femmine, nelle menti borbottanti di chi dice queste cose? Una perversione? Una devianza? Una psicopatia? La malattia dell’amore da bruciare col fuoco. Sembra essere tornati indietro ai tempi delle streghe o degli eretici. Curiosa questa tentazione del fuoco, nel pensiero intollerante. Bisogna lavare la colpa, ridurre in polvere, incenerire come si fa con un corpo virulento, un ceppo di batteri, una malattia infettiva. Incenerire i libri, quando dicono cose scomode. Le bandiere dei nemici, quando si odia. O le persone, quando pensano. O quando amano. Quando la loro stessa esistenza non è degna di essere vissuta. Eppure parliamo solo di un uomo che ama un altro uomo. Ama. Tutto qui, verrebbe da dire. Una cosa perfino banale, da non spenderci più di due parole, anzi una. Amore. E’ così difficile da capire? Per chi butterebbe il figlio in una caldaia, sì, la parola amore deve essere complicata. Ma, leghista a parte, forse è il caso di fermarsi e riflettere. Quella frase, detta o non detta, confermata da chi ha assistito all’incontro negli uffici regionali liguri, smentita dall’interessato, ha un senso che prescinde da chi l’ha pronunciata. C’è un pezzo di Italia che davvero la pensa così. Li sentiamo sui tram, al bar, li leggiamo sui social. Questo è il dramma. Un pezzo di Italia che ignora di essere in pessima compagnia. Bruciava gli omosessuali nei lager, un signore di nome Adolf Hitler. Li definiva “razza” un uomo dal nome Mussolini. Li marchiava a fuoco e li gettava nei gulag, un certo Giuseppe Stalin. Ma non solo. Molti di quelli che guardano con tanto raccapriccio al mondo islamico, ne condividono, poi, gli assunti di fondo su relazioni, sesso e sentimenti, in una paradossale e curiosa simmetria. La presunta superiorità della civiltà cristiana occidentale frana clamorosamente sull’amore. Gli omosessuali vengono lanciati vivi da palazzi altissimi, legati alle sedie, lasciati agonizzare nel loro sangue, nello Stato islamico del califfo Al Baghdadi. Vengono impiccati per il solo fatto di amarsi nella Repubblica islamica dell’Iran. Vengono decapitati in Arabia Saudita, non prima di essere frustati e incarcerati per anni. Solo “curati” a botte di elettroshock, invece, negli Emirati arabi uniti. L’occidente, per fortuna, non arriva a questo. Ma non rinuncia a far bruciare il falò dell’intolleranza, a scottare la pelle viva di un figlio che non deve confessare il “vizio”, di una ragazza che non deve rivelare la “malattia”. Nascondersi o ridursi in polvere. Eppure si tratta solo di sentimenti. Ma che vi ha fatto l’amore?