“Il mondo fuori era improvvisamente sparito. Respiravo, senza controllare la mente. Stavo dentro di me. Nessuna aspettativa.Nessun pensiero. Solo un vuoto che poteva contenere tutto. Forse ho solo mollato le redini. Ho lasciato che fosse. Ho accettato. Di fronte all’ineluttabile mi sono arresa. E ho aperto le porte dell’anima sospendendo il giudizio. E poi un lampo. Dentro, una luce improvvisa. Ho intuito che nulla è per caso, che ognuno viene su questa terra per compiere il suo viaggio. Unico, meraviglioso e irripetibile. Una volta finito, se ne andrà. Non è un male, non è un bene. Semplicemente è”.*
Il periodo del lutto è un percorso faticoso attraverso cui la persona, travolta dalla sofferenza, cerca di ristabilire i contatti con il mondo, di ricostruire un equilibrio andato in frantumi e di trovare un nuovo sentiero da percorrere. Tutto cambia e sarà necessario impegnarsi a riposizionare i mattoni della quotidianità. Sarà come nascere di nuovo e imparare ancora a vivere. Il ricordo del nostro caro che non è più con noi potrà trasformarsi in una risorsa capace di sostenerci nelle difficoltà aiutandoci a riconoscere ed apprezzare ciò che abbiamo avuto e non rimanere incatenati al pensiero su ciò che abbiamo perso. Di certo riuscire a confrontarsi in modo maturo e consapevole con questa realtà, per quanto penoso e difficile possa essere, avrà il potere di rafforzarci e renderci più consapevoli delle nostre possibilità.
Non dimentichiamo mai che c’è una differenza sostanziale tra subire ed accettare. Subire significa essere una vittima che non ha reazioni. Accettare significa comprendere impegnandosi a cercare una strada percorribile.