Perdere l’infatuazione per un figlio

Creato il 03 giugno 2015 da Mamma In Oriente

Quello che sto per scrivere mi rimbalza fra testa e cuore da un paio di giorni, ma forse non avevo il coraggio di metterlo nero su bianco perché sono pensieri che mi fanno male. Ad essere precisi, quasi mi lacerano.

Momenti di sconforto nella mia vita di mamma ce ne sono stati tanti, l'ultimo pesante ve lo confidai ancora una volta qui su queste pagine. Su come mi sentissi una mamma in difficoltà. Perché mio figlio mi metteva continuamente alla prova con le sue sfide, le sue provocazioni, la sua rabbia ai miei, nostri occhi di genitori, assolutamente immotivata.

Questo non é sinceramente nemmeno uno dei momenti peggiori. Certo, come spesso accade, non c'é cosa che io chieda a cui venga risposto un sì, la risposta é sempre un no, secco nei momenti di grazia, urlato nei momenti più brutti, brutti senza che ci sia un perché. Ogni richiesta mia é sottolineata da un sospiro scocciato, che a dire la verità é più un verso molto fastidioso da sentire. Ogni passaggio vicino al fratellino é una spinta, un pizzicotto od un calcio con conseguenti pianti dell'altro. Non parliamo di quando é il piccolo ad infastidirlo, allora diventa veramente difficile gestirli. Nel fine settimana, quando stanno insieme tutto il giorno, é un continuo sgridarli, separarli, consolare chi si é fatto male. Per me il riposo inizia dal lunedì, quello mentale intendo.

Questa é però la mia vita da quando é nato il mio secondo figlio, 3 anni e mezzo di momenti che vanno dall'abbastanza difficili al molto difficili. Periodi molto sereni nel mio rapporto con il grande purtroppo ne ricordo non tanti dai suoi 3 anni in poi, rarissimi dopo la nascita del fratello. La verità é che io non posso mai stare rilassata con lui, devo stare sempre attenta a come mi comporto, a cosa dico, a come reagisco. Anche nei momenti più innocui, come mentre stiamo leggendo un libro, uno dei momenti speciali che ci siamo sempre regalati da quando é piccolo, lui trova il modo di infastidirmi, o ripetendo a pappagallo quello che leggo o facendo altro senza ascoltarmi. Sembra che la sua missione sia provocarmi. E anziché imparare con il tempo a passarci sopra, a far finta di niente, io sempre di più invece mi faccio scalfire da quelle provocazioni.
Dove arrivavo prima con la mia infinita pazienza, ora da un po' di tempo a questa parte, io non riesco più ad arrivarci. È come se fossi arrivata al limite, come se di pazienza non ce ne fosse più. Non riesco a passargliene una, divento più rigida, lo guardo con sconforto e tristezza, nei momenti peggiori urlo.

E tutto ciò, ovviamente, io lo so che peggiora solo le cose. Perché lui diventa ancora più molesto e più incattivito. E finiamo in un vortice circolare da cui é difficile uscire. Sempre più difficile. Se prima dopo qualche ora, o il giorno dopo, riuscivo a spezzare questo circolo vizioso e insensato, ora ci riesco con sempre più difficoltà.
Se prima quando lui al mattino veniva ad abbracciarmi come se niente fosse accaduto ed anch'io facevo lo stesso, ora ho quasi un blocco fisico. Sento come una forzatura abbracciarlo. Non riesco a dimenticare quanto mi abbiano fatto male le sue reazioni il giorno prima. Non riesco a non avercela con lui per tutta quella rabbia che mi rovescia contro perché io sono sempre il suo bersaglio prediletto.

Da troppo tempo forse sto vivendo solo i lati negativi del nostro rapporto. Non ricordo l'ultimo momento che siamo stati felici, noi, insieme. Forse quasi un anno fa in quel pomeriggio che mi presi per stare sola con lui. Prima e dopo, ricordo guerre psicologiche, pianti, urla alternati a momenti di sempre meno contatto e più indifferenza, da parte di entrambi.

Da qualche tempo ha iniziato anche ad ingannarmi, cosa che non aveva mai fatto ed anche questo l'ho visto un po' come un'ulteriore rottura. Prende l'Ipad per giocare ai videogiochi quando vado in bagno o guarda video che gli sono proibiti su youtube quando vado ad addormentare il fratello. So che in tutto questo centra molto la sua passione per i videogiochi che cerco di controllare da sempre perché lui tende ad esserne dipendente, ma mi ha fatto rimanere male lo stesso. La mia reazione, dopo che mi ha ingannato per alcuni giorni ripetutamente, é stata forte e gli ho proibito di toccare l'Ipad almeno per un mese. So che le maniere forti con lui arginano i problemi solo sul momento, ma non li risolvono, ma non so cos'altro fare. Ho sempre cercato di essere una madre trasparente, ho sempre preferito spiegargli le cose fin da piccolo, anziché mentirgli o nascondergliele. Dove l'ha imparato l'inganno? È dunque innato in noi?
Comunque non é solo questo il punto perché é solo una cosa che si é andata ad aggiungere ad un rapporto già molto incrinato.

Purtroppo io da qualche giorno sento crescere sempre di più una consapevolezza che non mi piace per niente. Sento che ci stiamo facendo del male reciproco, anche se sicuramente senza volerlo né da una parte né dall'altra. Sicuramente non ne può essere consapevole un bambino di 7 anni, io in quanto adulta sì. E non so spiegare quanto mi faccia male e quanto io mi senta in colpa. Sono lucida e razionale, ma questa volta sembra essere il cuore che si tira indietro. È come quando in una relazione sentimentale si soffre talmente tanto da arrivare alla consapevolezza che é meglio stare lontani da quella persona. Ed insieme é anche come quando ci si vuole un bene dell'anima, ma l'innamoramento o meglio l'infatuazione non c'é più.

Ecco, é come se in questo momento io non avessi più l'infatuazione per mio figlio. L'amore c'é ancora ovviamente, ma non ne sono più infatuata. Non mi dà energia e gioia, sento solo fatica e pesantezza. Sento necessità fisica di stargli lontana. Una consapevolezza terribile che anche ora che lo sto mettendo nero su bianco mi fa uscire non so quante lacrime.

Dall'altra parte c'é il piccolo, che pur nella sua sempre più forte determinazione e cocciutaggine, é tutto dolcezza e risate. Che nonostante io abbia di riflesso meno pazienza anche con lui che, onestamente, proprio non se lo merita, mi fa vivere quando siamo soli tanti momenti di gioia. E l'infatuazione per lui aumenta.

E il grande, che ha un'elevata sensibilità, come può non accorgersene?

È un circolo vizioso che in questo momento non ho l'energia di rompere e che deve però necessariamente essere rotto da me che sono l'adulta. Come io non lo so, ma sicuramente ripartendo da me stessa e concentrandomi su di me prima di potermi rivolgere di nuovo con positività verso mio figlio. Forse, spero, é solo un momento di abbattimento. Forse sono stanca perché il piccolo mi fa dormire ancora poco e, quasi 4 anni di poche notti dormite intere, iniziano ad essere tanti. Forse anche il dolore alla spalla che mi accompagna da quattro mesi per la tendinite, nonostante la continua terapia, non aiuta.
Spero sia solo la somma di tutto ciò.
Spero di ritrovare al più presto l'energia e la volontà che ho sempre avuto da quando sono mamma per cercare di trovare una soluzione con mio figlio o perlomeno di riuscire ad accettare che il nostro rapporto d'amore debba essere così, semplicemente difficile e complicato. In questi giorni, gli unici momenti in cui mi sento battere forte il cuore é quando lo guardo dopo che si é addormentato. Solo così riesco a rivedere il bambino che mi ha reso madre per la prima volta e mi ha riempito la vita fin da subito. Solo così mi sento di nuovo quella madre che lo guardava per ore ed ore dormire con il cuore gonfio d'amore.

Ecco, ora parole e lacrime sono uscite da me mentre scrivevo. Non é stato un compito facile. Spero che abbiano lasciato la porta aperta e che i brutti pensieri possano uscire a loro volta dalla mia testa e che io possa tornare a vivere con più serenità la mia maternità.

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