Perdutamente innamorata
Da Maestrarosalba
Non sono impazzita. Oggi vorrei dire sottovoce una cosa, un'emozione che ho provato così all'improvviso di fronte ai miei ventiquattro alunni di seconda e poi più tardi di fronte ai quindici alunni di prima, che ancora non sono una classe, non nel senso di gruppo, ma che presto lo diventeranno. Ebbene mi sono resa conto di essere profondamente e perdutamente innamorata dell'idea dell'insegnamento, di riuscire a fare cose che rendono il tempo passato con i miei alunni "bello" e produttivo. Non conta la fatica, le energie per imporsi di fronte al loro tracimare non appena si allenta la corda, o almeno non conta più quando si è all'obiettivo: un testo fatto bene, una proficua chiacchierata, una nuova scoperta, un traguardo faticosamente raggiunto. E non c'è tempo per dormire sugli allori, dopo un traguardo ne serve un altro, dopo un nodo sciolto un altro si forma. Il nostro, quello dell'insegnamento, è un continuo dipanare matasse, di idee che si intrecciano a volte bene a volte disordinatamente, un cucire e un ricucire, smontare e rimontare, ma quando finalmente nella mente di un bambino l'idea si libera facendogli dire "ho capito", ecco viene da urlare di gioia insieme a lui.
Questa non è una dichiarazione romantica, noi dobbiamo voler bene e accudire senza essere romantici, ma puntando all'obiettivo di far crescere un bambino, mettendoci spesso la forza di volontà che lui si nega e che altri gli negano. Ecco perché a volte siamo così svuotati e così stanchi. Poi ci basta poco: un compito ben eseguito, un esercizio compreso e la vita torna a sorridere di speranza. Noi gioiamo dei successi e soffriamo degli insuccessi come se fossero nostri personali, ci arrabbiamo ed esultiamo, piangiamo e poi ridiamo a squarciagola. Così è la vita di un insegnante perdutamente innamorato di un'idea, impegnato a far vivere quell'idea negli alunni che imparano, e mentre loro imparano anche lui mette da parte un altro piccolo pezzo di esperienza da usare in futuro.
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