Perez.

Creato il 04 gennaio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Gomorra insegna…

Presentato a Venezia 71, Perez. non coinvolge e non convince. Uno spaccato di Napoli che vuole legare l’oscuro protagonista con il freddo ambiente circostante senza riuscirci.

Demetrio Perez è un avvocato d’ufficio che difende i delinquenti e i perdenti. In un giorno come tanti a Napoli assiste Luca Buglione, un capo camorrista che ha deciso di collaborare con la giustizia. Determinato a recuperare un pacchetto di diamanti nascosti nella pancia di un toro, Buglione propone uno scambio all’avvocato: se Perez lo aiuterà a recuperare i gioielli, lui troverà il modo di incastrare il giovane camorrista Francesco Corvino, che ha una relazione con Tea, la figlia di Perez.

Edoardo De Angelis aveva già fatto storcere il naso con la sua opera prima (quel Mozzarella Stories che evidenziava contaminazioni di Kusturica) e ora che giunge al cinema con la sua opera seconda conferma le precedenti riserve. Difatti Perez. prende “spunto” da un’ambientazione alla Gomorra, evitando di rappresentare un microcosmo (Scampia) in disfacimento e preferendo le ambientazioni contemporanee e ultramoderne del quartiere giudiziario di Napoli. Uno sfondo che vuole essere freddo e asettico e che vuole essere la cartina tornasole del personaggio principale interpretato da Luca Zingaretti, ovvero un avvocato d’ufficio mediocre, che si trova suo malgrado invischiato in un affare più grande di lui ed estremamente pericoloso. Di mezzo c’è la camorra e la figura di Marco D’Amore (noto al pubblico televisivo per la serie firmata Sky Gomorra), convincente solamente perché intento a ripetere se stesso. Tuttavia la vicenda non regge alla distanza, mette di fronte all’avvocato Zingaretti la scelta morale di salvare la propria pelle o quella della figlia, e prosegue in modo altalenante verso la conclusione, senza mettere in risalto il pathos necessario.

Perez. appare uno svogliato e ridondante film sulla camorra, sui suoi effetti e sulle pressioni che effettua a livello morale e comportamentale. Una pellicola che si trascina, che pone al centro della macchina da presa l’avvocato, del quale pesa atteggiamenti e prese di posizione, e che si lascia andare a virtuosismi fotografici e sequenze desolanti. Tra urla, strepiti e diverse tragedie annunciate, Perez. trova un piccolo spazio all’interno dell’offerta cinematografica, ma sicuramente non si fa apprezzare per la sua originalità o trasporto. Difatti De Angelis costruisce un prodotto tedioso, che fa gola alle major statunitensi, anche se non ha convinto del tutto il suo pubblico, ovvero quello nostrano.

Uscita al cinema: 2 ottobre 2014

Voto: **


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