Perez. Un noir metropolitano dal sapore metallico

Creato il 30 settembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Federica De Masi

Summary:

Edoardo De Angelis sceglie Luca Zingaretti e Marco d’Amore per dirigerli in Perez.: una storia torbida, introspettiva, ambientata in una Napoli fredda e specchiata all’ombra del Centro Direzionale.

Demetrio Perez (Luca Zingaretti) è un avvocato d’ufficio dell’avvocatura di Napoli, l’ultimo della trafila, che viene chiamato in causa quando gli accusati decidono di difendersi da soli. Non ha ambizioni, subisce passivamente la vita e l’arroganza di una figlia poco riconoscente. Tuttavia Tea è l’unica cosa bella che gli è rimasta, perciò quando sarà proprio lei ad essere in pericolo, Perez sarà pronto a tutto pur di salvarla da una storia d’amore con Francesco (Marco d’Amore) un giovane camorrista.

La prima cosa che viene in mente quando si vede Perez. è che il regista, Edoardo De Angelis (Mozzarella stories), conosce bene il linguaggio cinematografico. La prima immagine del film ci mostra il meraviglioso panorama napoletano dove padroneggia il Vesuvio, una vision idilliaca che subito si sposta con un dolly sugli specchi dei grattacieli del Centro Direzionale di Napoli, facendoci tuffare nella vita del protagonista, di cui sentiamo i pensieri in voce off, dannato e senza speranza fino a quando non gli si presenta la possibilità di emergere dall’anonimia nella quale vive. De Angelis non si limita a filmare, ma imprime cifra stilistica ovunque a partire proprio dalla scelta della location in cui la storia è ambientata, la cittadella del quartiere di Poggioreale di Napoli dove si trova il tribunale, a due passi dalla stazione centrale ma completamente distaccata dal resto della città, esattamente come la vita di Perez, fino alla scelta delle inquadrature giustificate da un disegno globale. L’altra cosa a cui si pensa alla fine della visione è che questo è un film italiano dal respiro europeo. Onesto, ben scritto e ben interpretato: detta così sembra quasi un eccezione di questi tempi in cui l’Italia cinematografica fa fatica ad essere esportata, ma Perez. offre una storia di genere che come una freccia va dritto al bersaglio.

Nonostante i volti televisivi scelti per questa storia, che possono incutere un po’ di timore per gli spettatori più sdoganati che non vogliono ritrovarsi a vedere una fiction di 2 ore, il film si allontana dalle strade percorse dal cinema nostrano mainstream attuale e cammina su un sentiero da anni inesplorato per raccontare il dramma di un uomo che è pronto a rischiare il tutto per tutto per la prima volta. Da china la testa di Perez si alza e dalle aule di tribunale il protagonista scende in strada decidendo di stravolgere le sue regole. Luca Zingaretti con gli occhi di Montalbano si trasforma e trasferisce completamente le angosce e l’adrenalina di questo personaggio che riscopre le sue priorità trasformandosi da agnello in predatore che si difende dopo un attacco. Anche Marco d’Amore, la cui fama è esplosa dopo il successo della prima stagione di Gomorra – La serie, senza dimenticare il passato teatrale insieme alla compagnia di Toni Servillo, si conferma come volto promettente del nostro panorama artistico (vogliamo vederlo anche in ruoli diversi). Simona Tabasco interpreta Tea ed esordisce sul grande schermo con una buona prova dopo aver studiato al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma. A completare il quadro arrivano due grandissimi caratteristi Giampaolo Fabrizio e Massimiliano Gallo, due attori campani che è sempre un piacere incontrare e che già avevano lavorato insieme ad Edoardo De Angelis, sempre sinonimo di garanzia e qualità.

Federica De Masi per Oggialcinema.net


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