Perfect stranger (di James Foley, 2007)

Creato il 02 novembre 2012 da Iltondi @iltondi

Giornalista d’assalto, Rowena Price (Halle Berry) cerca la notizia sensazionale pescando nel passato di un politico; quando però lo scandalo viene insabbiato, si licenzia indignata. L’omicidio dell’amica d’infanzia Grace è lo spunto per tornare in azione, sotto copertura, alle dipendenze di Harrison Hill (Bruce Willis), pubblicitario di successo che potrebbe essere collegato al delitto. Ad aiutarla ci sarà anche il collega Miles (Giovanni Ribisi), nerd informatico che le spalanca l’accesso all’agenzia pubblicitaria. 

I dialoghi didascalici di inizio film, uniti a qualche effettaccio che per il 2007 pareva già vecchio, dicono già molto sulla qualità del prodotto. Discutibile anche la scelta di posizionare in alto la macchina da presa in alcune scene chiave, dando vita a inquadrature che vorrebbero dare (forse?) il senso di essere costantemente controllati, spiati (ci sarà un motivo probabilmente se James Foley non ha mai diretto un capolavoro…). Ecco che nascono fraintendimenti, depistaggi e ribaltamenti di prospettiva, fino ad arrivare ai colpi di scena finali, che spiazzano sì (anche troppo) ma che da soli non possono bastare a salvare la pellicola. Se pur la prima parte, nonostante evidenti difetti, affonda il coltello nel giornalismo d’inchiesta e riesce a tenere lo spettatore attento, la seconda risulta farraginosa, svoltando sul mondo ambiguo delle chat e delle identità nascoste che le popolano. Certe sequenze poi, nelle quali la tensione è affidata a un computer che non riesce a spegnersi o all’inventare la miglior scusa in pochi secondi per sfuggire da una situazione pressante, non impediscono di calare nella noia (figuriamoci battute del tipo “Quello che serve per compiere un omicidio sono gli ingredienti giusti al momento giusto”). Halle Berry è sexy, questo lo si sapeva già, ma dopo Monster’s ball è lecito aspettarsi qualcosa di più; Bruce Willis non convince pienamente nella parte del capo farfallone; Giovanni Ribisi invece, con quella faccia un po’ così, alza il livello delle prove attoriali. I punti a favore sono tutti per la colonna sonora, che vanta mostruosi pezzi soul (These arms of mine di Otis Redding, Don’t cry baby di Etta James e I put a spell on you di Nina Simone) e brani cantati da voci femminili del calibro di Dido (White flag) e Cat Power (Troubled waters sui titoli di coda).



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