Perfettamente consci di essere sconosciuti

Da Patalice
Sono stata al cinema ieri.
"Perfetti Sconosciuti" ha sbaragliato "Zoolander" e Tarantino, vuoi non vederlo? La storia ormai è nota: 7 amici di vecchia data, riuniti intorno ad un tavolo, decidono di partecipare al gioco della sincerità, asserendo di essere vicendevolmente cristallini, ergo di non temere l'altrui biasimo, perché nulla hanno di che farsi biasimare; dunque via, tutti i cellulari sul tavolo, per la durata dell'intera cena, telefonate, mail, notifiche facebook, messaggi e whatsup, sono alla mercé comunitaria. Nel giro della cena, votati ad una sincerità esplicita, e mai palesemente condivisa, si dissolvono le maschere e resta la mestizia di una verità bugiarda e ipocrita; il vestito buono di una festa al massacro, dove vittima e carnefice, vinto e vincitore, sono solo il concatenarsi, più o meno esplicito, di un reticolo infame . C'è la coppia di novelli sposi sovverchiata dalla parvenza; i problemi psicologici della strizza; le terribili ombre della coppia apparentemente inattaccabile; la morosità sentimentale del divorziato. Genovese, il regista, arpeggia le scene con tatto ed ineluttabilità, in un dramma corale dove, una volta aperto il vaso di Pandora, ciò che esce non è controllabile. Lo spettatore ride parecchio e si indigna quanto basta; perché pur comprendendo dinamiche e sospetti, inorridendo di fronte alla grettezza reciproca, non è messo lui sotto i riflettori della rivelazione...eppure non può esimersi dal pensare ai propri scheletri nell'armadio, ai segreti celati, alle bugie che si racconta essere "bianche"... Figli dei nostri tempi, siamo soggiogati dai nostri stessi cellulari, scatole nere delle nostre retrospettive, ordigni pronti a brillare sotto la pressione del sospetto.Io, non lo nego, sono uscita dal cinema col magone a livelli esponenziali...Quando vedemmo il trailer, poco prima di "Point Break", ero con la Cougar-Cumpa, e proposi di fare lo stesso gioco; e mi stupì immensamente, che gli unici due a non accettare, fossero i due single; mentre gli altri quattro, in coppia tra loro per altro, non avessero reticenze [apparenti]. Dopo ieri sera, dubito fortemente che insisterei per mettere in scena questo dramma del moderno, non perché nell'arco di una sera io mi sia fatta un amante, ma perché terrorizzata dalle ripercussioni di un eccesso di libera confidenza. È giusto che nei rapporti resista una sorta di mistero, è legittimo non mettere in piazza tutto di noi stessi, ma quanto è sano dispiegare il privato alla pubblica conoscenza? E quanto è vero che il segreto non sia tale, anche in coppie scafate, e dalle sembianze autentiche e felici?Siamo davvero figli e genitori di inconfessabili crateri?