Perle ai porci!

Creato il 22 novembre 2011 da Patuasia

Nella lunghissima frase che apre l’editoriale dell’architetto, Corrado Binel, presidente del parco Mont Avic, pubblicato nel relativo giornalino, si capisce bene quale sarà la politica che governerà, nel prossimo futuro, quel territorio. Il presidente usa parole e frasi come: laboratorio, sperimentazione, forme possibili, sfide del mondo contemporaneo, promozione dello sviluppo economico e sociale, raffinato marketing… . Già la figura professionale dell’architetto risulta bizzarra per scegliere il responsabile di un’area protetta: gli architetti sono l’antitesi della natura. Infatti le articolate frasi del nostro Corrado possono riassumersi in una parola sola: cemento. Quando scrive che “il rapporto dell’uomo con la natura è un fenomeno culturale in prospettiva storica”, altro non vuole dire che il paesaggio non può che essere usato per  fini umani dettati dai bisogni contemporanei. Il torrente Chalamy verrà intubato, dai soliti noti, là nel suo tratto più bello per tradurlo in impianto idroelettrico. Il torrente, vale la pena ricordarlo, si trova in area protetta ed è stato considerato dal Piano tutela delle acque, come  corpo idrico di particolare pregio. Intubarlo fa parte della cultura mitteleuropea che cita Binel? Sarà Wanderweg, ben più di un sentiero, quello che resterà lungo le sponde aride? Il presidente di un parco dovrebbe vigilare e controllare e difendere il territorio, non lasciarlo in pasto agli speculatori. Perché è chiarissimo che questo è solo il primo esempio di una serie di probabili interventi di “valorizzazione” del paesaggio. Come se il Parco avesse necessità di un “dibattito progettuale”, per essere la meraviglia che ancora è.