“Non c’è peccato più grande dell’ignoranza.”(Paramahansa Yogananda)
“Per sapere come è possibile vivere in armonia con se stessi è necessario conoscere una serie di regole pratiche. La prima: chiunque sia estremamente emotivo o irrequieto a causa di cattive abitudini non potrà vivere in armonia con se stesso. Se la vostra coscienza continua a dirvi che state agendo male, come potete aspettarvi di andare d’accordo con voi stessi? E quando frequenterete i vostri simili, scoprirete che essi non vi manifestano la loro fiducia e la loro disponibilità, perché chi tradisce la propria coscienza non ha fiducia in se stesso e questo stato d’animo si rifletterà sul vostro carattere.
La voce della coscienza parla sempre all’uomo e lo incita costantemente a cambiare e a comportarsi bene. In verità, voi potete far tacere la vostra coscienza che, tuttavia, non tacerà per sempre. Se non altro, le leggi dello stato disturberanno il senso di soddisfazione di chi ha soffocato la coscienza usando impropriamente il libero arbitrio. I criminali scoprono che non valeva la pena di compiere azioni irresponsabili. Quindi, ascoltate sempre la vostra coscienza, la voce del vostro sé interiore, che vi aiuterà a vivere in armonia con voi stessi.
La seconda regola da seguire è diventare equanimi. Qualunque esperienza dobbiate affrontare nella vita, fatelo con equanimità. Una mente e una disposizione d’animo equanimi rendono molto felici non soltanto voi, ma anche gli altri. questo non significa che dobbiate essere deboli o apatici, ma che dovete esercitare la calma. È giusto godere delle cose buone della vita, ma non dovete lasciarvi prendere dalla sovreccitazione. E quando sopraggiungono i dispiaceri accettateli coraggiosamente, e pensate a come superarli invece di perdere la calma interiore scivolando nell’angoscia e nell’irrequietezza.
Alcune persone sono sempre agitate; soltanto poche restano calme e serene malgrado le circostanze. Ma l’equilibrio deve essere costante, affinché possa costituire il presupposto della vostra esistenza. Questo è ciò che insegnava lo swami Shankara: “Sii sempre equanime se vuoi che l’equanime Signore adorni l’altare della tua anima.” Senza l’equanimità non si può trovare Dio. Fermatevi un momento a pensare in che modo meraviglioso Gesù viveva in armonia con se stesso. È per questo che riusciva a essere in armonia con migliaia di persone diverse. Egli si è comportato con la stessa equanimità nei confronti di tutti e, in ogni circostanza, anche durante la prova estrema della crocifissione. Noi dovremmo studiare la vita delle grandi anime e quando le capiremo, sapremo come conformare la nostra esistenza alla loro.
La terza regola che vi permette di andare d’accordo con voi stessi consiste nel controllare i vostri pensieri. Imparate a riflettere profondamente. Imparate l’arte della concentrazione così che quando vi soffermate su uno specifico pensiero, la vostra mente non si distragga saltando da un’idea all’altra. La maggior parte delle persone vive molto superficialmente. Tuttavia troverete le perle della conoscenza solo quando vi immergerete nell’oceano del pensiero. I profondi pensatori sono esseri felici perché riescono a isolarsi mentalmente dai fastidi dell’ambiente in cui vivono. Il comune mortale non ha scampo. Vive sempre in superficie come il pesce che diventa facile preda del pescatore.
Imparate a coltivare l’abitudine di riflettere profondamente. Scegliete un problema difficile ed esaminatelo con attenzione. Analizzate a fondo l’argomento per quanto vi è possibile. Se lo approfondite a sufficienza, troverete al più presto una soluzione. E in quello stato di intensa interiorizzazione, la vostra anima sarà inondata da un senso di pace. Perché? Perché la profondità del pensiero è una via che conduce al regno di Dio. Nessuno potrà trovare la strada che porta a Lui se non renderà più profondi i propri pensieri, se non riuscirà a concentrarsi.
Anche i più grandi pensatori che non conoscono Dio sono nondimeno felici interiormente perché, pur non essendone consapevoli, sono penetrati profondamente nella percezione intuitiva avvicinandosi a Lui. Coloro che sono capaci di riflettere con grande intensità su vari argomenti, ma non sono ancora uniti consciamente a Dio, possono non raggiungere la percezione divina perché si chiudono nel loro ristretto modo di pensare. Nessuno può trovare Dio se non lo cercherà consapevolmente. Ma i più grandi pensatori sono più vicini a Dio di coloro che vivono superficialmente nell’ignoranza.
Non c’è peccato più grande dell’ignoranza. Ecco perché vi dico di non trascorrere il tempo nell’ozio. Fate qualcosa di utile nella vita, qualcosa di degno e di costruttivo, qualcosa che renderà più intensa e più ampia la vostra consapevolezza, e vi avvicinerete maggiormente a Dio. Coloro che sanno riflettere profondamente vivono meglio con se stessi e con gli altri; poiché sono in grado di esplorare le profondità del pensiero, sanno come agire quando devono affrontare una circostanza difficile. La capacità di riflettere profondamente vi rende mentalmente pronti a superare le difficoltà in modo divino.” (Paramahansa Yogananda)