Perseguita e picchia la compagna. Arrestato stalker a Marsala

Creato il 15 luglio 2013 da Www.marsala.it @@il_volatore

Da quando aveva riacquistato la libertà a fine marzo 2013, il marito era diventato il suo tormento; ma i Carabinieri della Stazione di Marsala, diretti dal Maresciallo Francesco Barbera, ed i militari della Sezione di P.G. presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Marsala, coordinati dal Maresciallo Francesco Pellegrino, hanno messo fine a questo inferno. 

In esecuzione, infatti, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Marsala,  Vito SALADINO, hanno proceduto all’arresto di DE MARCO Antonino, marsalese 43enne pregiudicato, in atto sottoposto alla misura della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno. De Marco è stato ritenuto  responsabile dei reati di atti persecutori, lesioni personali aggravate e maltrattamenti in famiglia.
Un incubo che si conclude e che trae inizio dalle denunce della convivente verso il suo ex coniuge-aguzzino a partire dall’agosto del 2011. In questo frangente, la donna ha raccontato ai Carabinieri che, sin da subito nel 2007, la sua convivenza "more uxorio" era stata un inferno poiché il De Marco attuava nei suoi riguardi continue ed ininterrotte vessazioni, impedendole ad esempio di vedere i propri genitori ed usando diverse volte la forza contro di lei, percuotendola e cagionandole lesioni personali. Non sono mancati neanche vari tentativi della moglie di far tornare il lume della ragione al proprio marito. In uno di questi riavvicinamenti, tutti con esito nefasto, nel dicembre del 2010, durante una discussione molto accesa, la donna, oltre ad essere minacciata e ingiuriata, è stata colpita violentemente al volto con la conseguente rottura del timpano sinistro. Dopo di ciò la convivenza con il marito/aguzzino è stata interrotta e la donna ha trovato rifugio presso la casa dei propri genitori, portando con sé la figlia nata dalla loro relazione, ma la persecuzione è andata avanti. Nell’estate del 2011, infatti, in occasione di un incontro per vedere sua figlia, DE MARCO la minacciava nuovamente, arrivando addirittura in un occasione a bloccare la donna alla guida della propria auto, non curante della presenza della figlia minore che scoppiava in lacrime per l’accaduto.
Finalmente, nel settembre 2011, si interrompeva  il comportamento di DE MARCO, in seguito all’arresto per il reato di rapina aggravata in concorso: benché sottoposto ad un periodo di detenzione in carcere e presso una comunità agli arresti domiciliari, però, al riacquisto della libertà il 30 marzo scorso, subito cominciava nuovamente ad attuare la propria condotta persecutoria nei confronti della donna. Dal momento del suo rilascio, infatti, utilizzava gli incontri per vedere la figlia al fine di controllare morbosamente l’ex convivente che aveva deciso di rompere ogni rapporto affettivo, telefonandola in continuazione per sapere dove fosse, recandosi all’improvviso presso la sua abitazione con la scusa di vedere la bambina e minacciando i suoi datori di lavoro, al punto da farla licenziare. La donna, quindi, il 27 giugno scorso, si è rivolta nuovamente ai militari della Sezione di P.G. presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Marsala, i quali ascoltavano il suo racconto e immediatamente, per timore di un’eventuale ulteriore reazione di DE MARCO, la scortavano presso l’abitazione di alcuni parenti residenti in un’altra città e che si erano dichiarati disponibili ad ospitarla. Proprio in questo frangente, nel tragitto dalla Procura alla propria abitazione, il pregiudicato a bordo di uno scooter, tentava nuovamente di fermare la donna, inveendo nei suoi confronti: solo il deciso e  intervento dei Carabinieri lo faceva desistere dalla sua azione.
Per questi motivi, essendoci un reale e attuale pericolo che facesse del male alla sua famiglia, vista anche la pericolosità del soggetto nonché la sua recidività, i militari dell’Arma hanno richiesto con urgenza all’A.G. lilybetana l’adozione di un’adeguata misura cautelare e quest’ultima, ritenendo valido il quadro accusatorio nei confronti del soggetto nonché i suoi precedenti, ha emesso il provvedimento restrittivo in ottemperanza del quale i Carabinieri lo hanno arrestato e successivamente condotto in manette presso il carcere San Giuliano di Trapani: per mamma e figlia è stata la fine di un incubo.
 


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