Per questo Torakiki è un eroe, una leggenda. Perché all’interno di un cartone animato odioso riusciva a farsi valere e a dire la sua. Sinceramente non so come venisse doppiato in Giappone o negli altri Stati, ma in Italia qualche genio del male ha avuto l’idea di dargli un fortissimo accento tedesco, nonostante le origini del gatto e il suo nome siano giapponesi al 100%. E’ così che il gatto spesso se ne usciva fuori con frasi tipo “Mi ha quasi staccato manen” o “loro felice und contenti, ya”. L’accento di Torakiki era per molti di noi, bimbi degli ’80, l’unico aspetto positivo di un cartone traumatico.
Ma chi era in realtà il gatto Torakiki? Era il migliore amico del cane Spank, con il quale si condividevano le attenzioni di Micia. Ora un cane che si innamora di una gatta, dovrebbe già star sulle balle a tutti, infatti poco più avanti Spank si innamora di Fanfan, una cagnolina con un fiocco in testa, che ristabilisce i giusti ruoli fra specie animali differenti. Micia, poi, era una stronza col botto e che mi ricorda alla fine della fiera non gliel’ha data né a Torakiki né a Spank. Il gatto, però, oltre ad avere un amico cane, una cravatta rossa abbastanza ingombrante e inutile e una vita amorosa piuttosto votata allo zerbinaggio, aveva anche un lavoro. Torakiki, infatti, lavora al porto (cosa possa fare un gatto al porto non è dato sapere) e spesso Spank lo incontra mentre questo torna dal mare con una canna da pesca. Ma attenzione, Torakiki non è un randagio: ha infatti un padrone, Oyama, che a quanto pare lo costringe a lavorare al posto suo e a portare a casa la pagnotta. Gatto e padrone, inoltre, si allenano spesso insieme nel judp…ci vuole poco a battere un gatto a judo, ci vuole.
Capito ora perché Torakiki è un eroe? E’ un gatto che parla tedesco, con una cravatta al collo, che lavora al porto, pratica judo e viene respinto a ogni puntata da una gatta stronza che morirà da sola, ma non si da per vinto e ogni volta continua a stalkerarla alla grande.