Vernissage 28 marzo ore 19
L’esposizione precede di qualche settimana “IL GRANO D’ITALIA”, un grande evento che si terrà nella sala espositiva del palazzo della regione Lombardia, nel quale il maestro espone una sua opera inedita dal titolo “LA DOLCEZZA DEL GRANO”, progetto nato da un’idea di Sauro Moretti e Lorenzo Zichichi, presentato da Vittorio Sgarbi per l’Expo universale di Milano.
In collaborazione con FRAMMENTI ETEROGENEI DI UN’INTERPRETAZIONE SENSIBILE
La nostra è una contemporaneità volutamente elusiva, in cui ambiti differenti si combinano in una fitta trama di relazioni, determinando spostamenti laterali e continue ridefinizioni semantiche. “La contemporaneità – ha scritto il filosofo Giorgio Agamben – è una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze; più precisamente, essa è quella relazione col tempo che aderisce a esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”.
Risponde a questa interpretazione antipodale l’elaborazione pittorica di Ido Erani che, superata la concezione della tela come semplice tabula de lineis et figuris, si concentra su una nuova idea di spazio e forma, in cui figure di un passato lontano si affiancano a scorci prospettici accidentali e brani di pittura informale, più vicini ad antichi lacerti che non a stesure gestuali.
La pittura di Erani, pur avendo conosciuto, com’è naturale, varie fasi, mantiene un elevato grado di coerenza e continuità. Impermeabile a molti fermenti artistici della sua epoca si è concentrato sulla propria visione del fare pittorico, traendo ispirazione da capolavori antichi e distinguendosi per uno stile caratteristico in cui il senso plastico delle forme e l’energica definizione del segno si blandiscono a vicenda, creando scenari inediti e di grande suggestione. Nel suo modus pingendi si può cogliere da un lato il bisogno di recuperare un glorioso passato, dall’altro la necessità di aderire al presente.
La realtà, sia essa tangibile o dipinta, è per Erani il punto di partenza che la libertà inventiva trasforma in qualcosa di diverso, in un sistema di segni e associazioni. Il pittore opera una poetica ricerca dei luoghi fisici e di quelli della memoria, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si stratificano in corso d’opera. Una pittura segmentata, in cui la tela diviene spazio scenografico per visioni simultanee, mescolando veridicità di rappresentazione e invenzione artistica e raggiungendo sempre un elevato grado di poeticità. Rappresentazioni frammentarie, che non vengono a patti con le ordinarie logiche narrative, imbastite da immagini fuori contesto che accrescono quella percezione di discontinuità tipica del flusso di pensiero.
L’artista staglia le figure su fondi magmatici, ne esalta la bellezza classica quale modello di insuperata armonia; ad esse associa architetture scorciate e parti indefinite, determinando visioni ambigue, scintillanti nell’esecuzione ma offuscate dall’insistita stratificazione. Lo spazio, infine, si sfalda in favore di un’interpretazione emozionale della realtà, trasformando la tela in un ambiente aperto, riformulabile all’infinito, su cui il pennello e l’invenzione dell’artista sono liberi di muoversi, scegliendo i mezzi e le forme più appropriate, riconoscibili o astratte.
Composizioni frammentarie e annebbiate, circonfuse da un alone trepidante come testimonianze di un altrove lontano nel tempo e nello spazio, sempre connotate da perizia grafica e da un’originale capacità manipolatoria. Limando i margini di architetture e di sagome antiche, l’artista scompagina la consequenzialità della narrazione, traslandola in un equilibrio di mera precarietà, in un indissolubile intreccio tra forma e carica emotiva, ethos apollineo e pathos dionisiaco. Spostamento tradotto in superficie grazie all’utilizzo di un disegno impeccabile, di stratificazioni formali e cromatiche e, nella produzione più recente, della resina che amplifica la bellezza e l’atemporalità delle scene in un sottile e polimorfico gioco di riflessi superficiali. Inserti scritturali indecifrabili si stagliano su fondi consunti, contraddicendo la tridimensionalità ed esaltando l’arcano di ogni visione. Una pittura ampia da cui sprigiona una forza quieta, fatta di rasserenanti enigmi che parlano più per contrasti che per descrizione formale.
Stratificazioni memoriali collettive, in cui ritagli di capolavori antichi o di paesaggi urbani si combinano ad una pittura informale, superando la registrazione sequenziale del tempo e facendo emergere un’energia sotterranea. Una ricerca eclettica, in cui l’astrazione dialoga con la tecnica antica dell’affresco e con la grazia di una bella forma, conservando chiari rapporti con la pittura classica, rivissuta in chiave esistenziale. Ecclettismo stilistico inteso come terreno elastico in cui il passato individuale si dilata in quello collettivo, il recupero memoriale si combina a lezioni magistrali e l’autobiografia alla storia dell’arte. Ma in fondo per il pittore non c’è differenza perché l’una confluisce sempre nell’altra.
Galleria Formaquattro Tel. 0805612271 – 3466260299 Via Argiro 73 (1° Piano)
Ido Erani nasce a Forlì nel 1945 ove tuttora vive ed opera da oltre quarant’anni. Frequenta il Liceo Artistico della città natale per poi trasferirsi a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera. Sono gli anni ‘70 periodo in cui la città è il fulcro di movimenti artistici e di avanguardia importanti a livello nazionale. Il maestro entra in contatto con esponenti del calibro di Giovanni Cappelli, Walter Cremonini, Giancarlo Giannini e Luigi Timoncini. Questa esperienza giovanile gli permette di sviluppare ed affinare la sua arte tanto da ottenere importanti riconoscimenti. Partecipa a numerose rassegne nazionali vincendo prestigiosi premi, ed allestisce varie personali all’estero, in prevalenza negli Stati Uniti. La tappa più significativa della carriera artistica del maestro è rappresentata dal lungo soggiorno a Las Vegas, circa dieci anni, durante i quali raggiunge i massimi della propria espressione creativa. Stringe amicizia con Roy Linchtenstein e frequenta il maggior esponente della Pop Art, Andy Warhol. Affina le proprie tecniche pittoriche, i metodi di rappresentazione e l’uso del colore osservando tutto ciò che gli gravita attorno senza rimanere contaminato dalla tendenza del momento, cogliendo però ispirazione ed ulteriore energia creativa. Grazie all’innato talento e all’amore per l’arte la critica lo riconosce e lo apprezza a livello internazionale; alcune sue opere sono esposte al museo Rockfeller e al museo Guggenheim di New York oltre che in Francia e in Spagna dove il maestro è particolarmente apprezzato. Durante questo periodo torna frequentemente in Italia nella sua amata Romagna mantenendo vivo e consolidato il rapporto con le proprie origini. Nell’anno 2004 vince il prestigioso premio Rotary e viene insignito del Paul Harris Fellow per meriti artistici ed umanitari (Riceve il Paul Harris Fellow anche nel 2010 e nel 2014). La pittura “ad affresco” di Ido Erani interpreta la memoria e richiama modelli classici, a volte altisonanti e severi, addolciti e resi evanescenti dalla sua capacità di utilizzare il colore come una “patina” del tempo che avvolge ed esalta il tema centrale.