Personale di un reparto dell’Ospedale di Chivasso accusato di atti gravissimi.

Creato il 06 marzo 2013 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di denuncia scritta dal parente di una paziente dell’Ospedale di Chivasso. Le accuse che contiene sono gravissime, e noi di TheTweeter non possiamo dimostrare la veridicità delle parole dell’uomo che scrive. Tuttavia, per la gravità delle accuse, per la precisione dei racconti e per l’inumanità degli atteggiamenti riportati, ci sembra necessario chiedere chiarimenti alle autorità, e pubblicare la lettera, unendoci in questo alla testata “La Voce del Canavese”.

Ecco la lettera:

“Buongiorno,

mi chiamo Jury Marangoni e scrivo a nome mio e di un gruppo di
parenti che vorrebbero segnalare urgentemente le condizioni disumane presenti
nel reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Chivasso. Premetto che ho già
denunciato l’accaduto alla direzione sanitaria la quale mi ha consigliato
vivamente di presentare urgentemente tale segnalazione alla Vostra attenzione.
Mia nonna è stata ricoverata il giorno 25 marzo presso la struttura
ospedaliera in questione per ictus nel reparto di degenza temporanea e
trasferita il giorno successivo nel reparto di Medicina Interna.
Qui, la prima cosa palese che abbiamo notato è la sporcizia indecente presente
negli spazi comuni. Ma questo è stato solo il primo e minore dei problemi.
Già dalla prima notte nessun infermiere, oss, medico è passato per accertarsi
né delle condizioni di salute dei pazienti e tantomeno delle loro condizioni
igieniche (le 3 pazienti che condividono la stanza con mia nonna sono
immobilizzate a letto e quindi necessitano di catetere e pannolone tutto il
giorno e per alcune il campanello per le urgenze non è assolutamente
raggiungibile). L’unico controllo che è stato fatto quella sera è stato di tipo
olfattivo: infatti, le due infermiere come prova della pulizia delle pazienti
sono entrate in stanza e annusando l’aria una ha affermato tali parole “Qui non
c’è puzza di merda, andiamo” .
La notte successiva io e mia moglie abbiamo prestato assistenza alla paziente,
o meglio, alle pazienti. Infatti, le 3 pazienti ricoverate nella stessa stanza
con mia nonna necessitano di assistenza continuativa, ma appunto, chi di dovere
era rintanato/a nella stanza infermieri a giocare con il cellulare nonostante
la paziente del letto 34 abbia passato tutta la notte a
urlare chiedendo aiuto ma nessuno si è degnato di chiedere quali fossero i
suoi problemi. L’unica reazione avuta dal personale, infastidito dalle urla
strazianti di questa donna, è stata prima l’ordine (detto fra l’altro in modo
molto sgarbato) di stare zitta e, successivamente la somministrazione senza un
minimo di criterio di sedativi (senza nemmeno accertarsi del numero di gocce
versate in quanto chi ha effettuato questa operazione ha letteralmente
“shakerato” il contenitore quindi rendendo di fatto impossibile il conteggio
delle gocce versate). Il personale alle richieste di chiarimenti del figlio ha
ovviamente negato, ma basta semplicemente chiedere alle altre pazienti, al
sottoscritto, a mia moglie o fare un prelievo per avere conferma della
veridicità dell’episodio
Altro episodio “spiacevole” è accaduto al sig. Fabio il quale, vedendo entrare
un’ infermiera/oss nella stanza del padre ha chiesto delucidazioni su cosa
stesse facendo e la risposta ricevuta è stata “sono le 5 del mattino, secondo
te che ci vado fare li dentro se non a cambiarlo??”. Credo, come sancito dalla
carta dei diritti del malato, che un figlio il cui padre versa in condizioni
disperate, abbia il diritto e il dovere morale di sapere a quali trattamenti
viene sottoposto.
Lo stesso giorno il quadro clinico di mia nonna è peggiorato, e, parlando con
i medici, mi è stato detto che nelle condizioni in cui si trovava anche un
raffreddore poteva esserla fatale, allora, io mi chiedo, per quale motivo è
stata messa in stanza con una persona che soffre di bronchite e passa l’intera
notte a tossire?
Ieri notte però si è raggiunto il reale picco di follia.
Infatti, mia nonna, essendo in questo momento in una condizione di coma,
richiede l’aspirazione dei liquidi che si formano nella cavità orale. Pertanto,
vedendo evidenti difficoltà respiratorie, ho chiesto aiuto ma il personale si è
presentato ben 2 ore dopo la mia richiesta dicendomi “ma i medici non ti hanno
detto qual’è la situazione?” e alla mia risposta affermativa mi ha risposto
bruscamente “ e allora quindi cosa dovremmo fare???” lasciando quindi intendere
che il trattamento non sarebbe stato fatto a breve (il trattamento è stato
infatti effettuato intorno alle 5,45 di questa mattina, ossia 3 ore e mezza
dopo la mia richiesta. La canula utilizzata (e quindi piena di sangue) è però
stata abbandonata in camera sul pavimento (mia nonna soffre anche di epatite
e mia moglie, inavvertitamente l’ha presa in mano con la convinzione che fosse
ovviamente pulita per poterla consegnare al personale. Vi rendete conto, mi
chiedo io, a quale rischio di contaminazione vengono sottoposti i pazienti e i
familiari con questo atteggiamento? Vi rendete conto che ora mia moglie
adesso si trova a dover a spese sue, fare un test per sapere se ha contratto
una malattia così grave solo per la mancanza di voglia e di scrupolo di
persone qualificate e pagate per garantire la massima sicurezza sanitaria?
Nonostante ciò, mia moglie, vedendo che le pazienti presenti nella stessa
stanza hanno evidenti difficoltà, le ha assistite costantemente, e, alla
richiesta fatta intorno alle 3 di notte di un antidolorifico da parte di una
paziente, mia moglie ha chiesto che le venisse somministrato il farmaco, e
intorno alle 5 dopo svariati solleciti (ha suonato il campanello delle
emergenze per ben 6 volte senza ottenere risposta) si è presentata sempre la
solita oss/infermiera citata nel precedente episodio dicendo, alquanto
scocciata, che il farmaco le era già stato dato dal suo collega. Essendo che
mia moglie in questo lasso di tempo non si è allontanata dalla paziente le ha
risposto che non poteva essere vero e chiedendo conferma al sopracitato collega
ha avuto conferma che il farmaco non le era stato somministrato. Per quale
assurdo e inumano motivo una paziente deve patire sofferenze atroci solo per
l’assoluta mancanza di voglia di fare il proprio dovere del personale?
Purtroppo, però, al peggio non c’è mai fine.
Questa mattina la sig.ra xxx lamentava difficoltà respiratorie e mia
moglie intorno alle ore 7 lo ha fatto presente a un infermiere presente in
reparto il quale, riferendo l’accaduto a un’altra infermiera, quest’ultima
candidamente gli rispondeva “ e chissenefrega, così magari la smette di rompere
le palle”. Ricordo che non solo stiamo parlando di malati gravi, spesso senza
speranza, ma prima di tutto di esseri umani. Dopo circa mezz’ora finalmente
l’infermiera si è degnata di presentarsi a chiedere cosa fosse successo.
Tengo a precisare che le condizioni in cui versa la paziente sono
agghiaccianti, e le difficoltà respiratorie della paziente visibilmente pessime
per chiunque, medico,infermiere o persona comune che sia.
Nonostante per certi non ci sia ormai più nulla da fare (come per mia nonna,
che magari in una stanza senza germi avrebbe avuto ancora qualche speranza) è
giusto che vivano i loro ultimi momenti dignitosamente, e non trattati come se
fossero delle bestie.
Con questa lettera vorremmo finalmente dire basta alla violenza psicologica
nei confronti di pazienti e familiari. Vorremmo avere informazioni,
delucidazioni, perchè è un nostro diritto. Vorremmo poter assistere i nostri
malati, senza essere costretti per ragioni umane a prestare assistenza al posto
di gente che pur essendo pagata, non svolge il suo lavoro per dedicarsi ai
fatti propri.
Vorremmo poter essere tranquilli di lasciare i nostri parenti in un posto
sicuro, non dove vengono lasciati morire senza nemmeno avere una risposta a una
richiesta di aiuto.
Vorremmo poter essere sicuri che, in caso di necessità qualcuno risponda alle
richieste di chi dice di star male.
Siamo stanchi, emotivamente e fisicamente di dover passare ore e ore a
lamentarci e a dover lottare (con persone estremamente maleducate e, scusate il
termine vista la situazione tragica, decisamente cafone e prive di tatto) per
ottenere qualcosa che è un nostro diritto.
A seguito della denuncia presentata da me e mia moglie presso la direzione
sanitaria, sono contenta che il personale questa mattina sia in fibrillazione
per pulire e riassettare in quanto sa perfettamente le porcherie che fanno, ma
non basta. Non basta che adesso tutto il reparto sia in fibrillazione non per
interesse per i pazienti ma per paura di perdere il posto di lavoro. Mi chiedo
perché, a seguito della denuncia a mia moglie è stato messo il divieto di
prestare assistenza notturna GRATUITA e VOLONTARIA a persone che glielo
richiedono espressamente in quanto è l’unica che presta attenzione alle loro
richieste. Vi garantisco che mia moglie, se non ce ne fosse la reale necessità
ne farebbe a meno,ma ve lo garantisco, è assolutamente necessario vista la
situazione, perchè altrimenti nessuno le starebbe a sentire e chiunque, come
lei, lo troverebbe disumano.
Non parliamo solo a nome nostro, ma anche a nome dei nostri familiari e di
altre persone ricoverate a cui basterebbe chiedere come sono i fatti per capire
REALMENTE a che livello di degrado fisico e umano si è arrivati in quel
reparto.
Siamo tutti disponibili a raccontare la nostra esperienza, chiediamo solo,
ora, di essere ascoltati, prima che altre persone arrivino a un punto di non
ritorno che potrebbe essere evitato semplicemente facendo il proprio dovere.



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